documento dossier
26 luglio 2006

Discorso di apertura del presidente Romano Prodi


Signore e Signori, Cari amici e colleghi,

Mi è gradito darvi il più cordiale benvenuto a Roma.


Le circostanze che ci spingono a vederci oggi sono complesse e richiedono tutto il nostro impegno.


Permettetemi innanzitutto di salutare con particolare calore ed affetto il Primo Ministro libanese Siniora con cui sono stato in stretto contatto durante questi giorni così difficili per lui e per il suo paese. Vorrei anche rivolgere un ringraziamento particolare al Segretario Generale delle Nazioni Unite Kofi Annan per il lavoro che sta svolgendo a nome di noi tutti. Alle Nazioni Unite voglio esprimere la solidarietà italiana per la tragica morte di quattro osservatori dell’UNIFIL avvenuta proprio alla vigilia di questo incontro. Un ringraziamento infine al Segretario di Stato americano Condoleezza Rice per la disponibilità del suo governo a co-presiedere con l’Italia questa Conferenza.


Questa di oggi è un’occasione importante. Intorno a questo tavolo sono rappresentati le Nazioni Unite e la Banca Mondiale, la Troika dell’Unione Europea e molti dei suoi stati membri, gli Stati Uniti e la Turchia, la Russia e il Canada, un gruppo significativo di paesi arabi che da tempo si adoperano per favorire soluzioni pacifiche e negoziate alla difficile situazione in Medio Oriente.


Se riusciremo a concertare le nostre posizioni e a dividerci il carico delle iniziative da prendere, potremo contribuire in maniera sostanziale alla stabilità della regione. La determinazione e l’unità di questo gruppo è di fondamentale importanza per la realizzazione dei nostri obiettivi di pace e democrazia in Medio Oriente.


Vorrei sottolineare con chiarezza che oggi siamo qui per lavorare insieme al fine di ridare pace e stabilità al Libano in un contesto di effettiva sicurezza per Israele. E confido che insieme riusciremo ad individuare un percorso che ci consenta di realizzare questo obiettivo. Questa Conferenza può rappresentare il punto di partenza di questo percorso comune.


E’ evidente che la pace e la stabilità del Libano si inquadrano in un contesto più ampio di sicurezza per tutte le popolazioni della regione. E’ per questo motivo che da tempo insisto sull’importanza di creare meccanismi adeguati di dialogo e di sicurezza regionale. Non è questo un punto in discussione oggi, ma è un punto che dobbiamo avere a mente se vogliamo dare una risposta adeguata ai problemi che hanno portato alla crisi al confine tra Israele e Libano.


Sono convinto che nei lavori di oggi il nostro pensiero andrà innanzitutto alle popolazioni civili che soffrono per questa fiammata di violenza. Assicurare un adeguato sostegno umanitario alle popolazioni colpite è il nostro primo, immediato dovere.

Spero davvero che la Conferenza possa rispondere in maniera significativa all’emergenza umanitaria che si è creata in Libano e trovare un accordo sulla creazione di corridoi umanitari che permettano di far giungere soccorsi ed aiuti alle popolazioni bisognose ed ai sempre più numerosi sfollati.


Da più parti si sono levate voci accorate per un cessate il fuoco. So bene che dietro queste parole si cela tutta la tragedia del Medio Oriente: la sicurezza di Israele ed il suo diritto all’esistenza, la lotta al terrorismo, la speranza della Palestina di diventare uno stato sovrano ed indipendente, i rapporti all’interno del mondo arabo, il dialogo tra le religioni.

Eppure uno sforzo va fatto per interrompere il ciclo della violenza, quanto meno per consentire il passaggio sicuro degli aiuti umanitari. Tutto il mondo guarda con trepidazione ma anche con fiducia ai segnali che giungeranno oggi da questa Conferenza.


Proprio in questo contesto voglio dire chiaramente che vi sono nella regione forze che lavorano per creare tensione ed insicurezza. Noi dobbiamo dire parole chiare ed inequivocabili di condanna nei confronti del terrorismo, di chi lo pratica, di chi lo finanzia , di chi lo fomenta.

L’Italia condanna senza sfumature chi usa il terrore come strumento per realizzare i propri obiettivi politici. Il terrorismo che semina odio e morte non troverà mai la nostra comprensione o la nostra giustificazione.


Io spero che la Conferenza di oggi sia anche in grado di trovare un accordo per dare un segnale concreto in termini di sicurezza sul terreno sia verso il Libano che verso Israele. Verrà discussa l’ipotesi di creare una forza multinazionale da dispiegare sul terreno al confine tra Libano ed Israele. Il suggerimento avanzato dal Segretario Generale delle Nazioni Unite a San Pietroburgo in occasione del G8 è molto importante e ho già espresso chiaramente il sostegno italiano a questa idea.

Certo, occorre creare le condizioni perché la comunità internazionale possa concretamente contribuire a tale sviluppo. Per questo dobbiamo trovare soluzioni condivise e durevoli.

Da parte nostra vi posso assicurare che il Governo Italiano è pronto e deciso a dare il massimo contributo al successo di questa Conferenza e a svolgere concretamente il proprio ruolo nelle iniziative che verranno intraprese.


Cari amici e colleghi, il compito che ci attende è particolarmente impegnativo. Ci sono molte aspettative e anche molte speranze.

La Dichiarazione del G8 di San Pietroburgo rappresenta il quadro di riferimento politico per superare la crisi attuale. Mi auguro che grazie all’impegno di tutti questa conferenza possa permettere di fare dei significativi passi in avanti nella realizzazione di quel quadro.


Buon lavoro.






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