Intervista
19 maggio 2009

UN GOVERNO “DEL FARE”? A DIR LA VERITA' NON FA NIENTE <br>

«Il “papi-affaire” è desolante, Silvio dovrebbe risponderne agli italiani»


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Il “baffino” nazionale ne sa una più del diavolo. Dal “papi-affaire” agli immigrati, da La Russa a Di Pietro, D'Alema ne ha una per tutti. Con orgoglio da antico militante, ci parla della “sua” sinistra alla riscossa. E pone l'accento su ciò che il mitico governo “del fare” ancora non ha fatto.

Aggressione dei Cobas, tensioni tra studenti e polizia... Il rischio di una deriva violenta è reale?
Nel paese c’è un profondo malessere di carattere sociale, che nasce da una crisi globale che in Italia si manifesta in modo particolarmente grave. In questa situazione il rischio che possano determinarsi tensioni sociali c'è.

Ma gli operai votano per il Cav. Qual è il problema della sinistra?
Trovo disdicevole che si facciano analisi del voto in campagna elettorale. Ma fa parte della distorsione totale attuata da Berlusconi: impone dei dibattiti sui sondaggi anziché affrontare i problemi del paese. C’è una crisi drammatica, ma il governo non dà nessuna risposta. E ogni giorno escono dati che evidenziano come l’Italia stia peggio rispetto al resto d’Europa.

Immigrati: si dice che Berlusconi abbia cavalcato l’onda leghista.
È vero. Tra l'altro i dati dicono che il fenomeno dell’immigrazione clandestina si è aggravato ogniqualvolta la destra è stata al governo. Direi “Berlusconi = più clandestini”. Questo perché si illudono che il problema si debba risolvere con le cannoniere.

L'Unhcr replica a La Russa.
Pure Frattini ha dovuto richiamarlo, ricordandogli che le Nazioni Unite vanno rispettate.

Anche nel Pd si sono levate voci dissonanti in materia di immigrati.
Qui non c’è niente da discutere. La questione riguarda il diritto internazionale: i respingimenti collettivi sono proibiti dalla Convenzione di Ginevra del ’51. Ci si aspetta che una Paese civile come l’Italia la rispetti. Punto.

Ha esortato il partito a mettere da parte lo “sconfittismo”.
Mi riferivo a una certa memorialistica degli esponenti. Credo ci sia una battaglia politica difficile, ma non mi convince questa retorica della sconfitta storica della sinistra. Anche perché a volte serve a nascondere le responsabilità.

Pure sul referendum le posizioni interne al Pd sono variopinte.
Condivido la posizione di Franceschini. È difficile per chi avversa l’attuale legge elettorale, andare a votare per mantenerla.

E sul tira e molla di Di Pietro?
Le reazioni di Di Pietro sono stupefacenti: raccolse le firme pensando di darci fastidio. Ora predica di votare contro il referendum perché pensa di darci fastidio: l’obiettivo principale è sempre quello di darci fastidio.

Tra l’altro lei ha più volte auspicato la rottura dell’alleanza con l’Idv.
Non auspico nulla. Penso che quel modo di fare l’opposizione urlata e populista serva solo a Berlusconi. E comunque il tema di un nuovo centrosinistra dovrà essere al centro del congresso.

Congresso che si preannuncia piuttosto movimentato...
I partiti democratici ogni tanto fanno un congresso, non siamo nelle mani dell’Unto dal Signore.

Un’occasione per appianare le divergenze interne al Pd?
Sarà una buona occasione per rilanciare il progetto del partito.
Sulla leadership ci dice qualcosa?
Adesso dobbiamo occuparci delle questioni reali. Quali riforme sta facendo il governo? Nessuna. Noi dobbiamo ripartire da qui.

Ma non era il governo del fare?
Ma del far che? Non fa un tubo. Chiacchiere, demagogia… l’unica cosa che ci hanno spiegato è che non bisogna parlare della crisi sennò la gente si deprime.

C'è chi critica il Pd per l'assenza di proposte concrete.
Non è vero, ne abbiamo avanzate diverse. Abbiamo proposto di riformare il sistema degli ammortizzatori sociali e di mettere una tassa di solidarietà per i redditi alti ad esempio. Ma il governo non ha ritenuto neppure di dover rispondere.

È giusto concentrare l’attenzione sui fatti privati del premier?
È qualcosa di desolante e saranno gli italiani a giudicare. Certo è che lui dovrebbe rispondere alla stampa, anziché mostrare intolleranza verso la poca informazione libera che non controlla.

Cossiga l’ha definita uno dei pochi politici veri dell'italico panorama.
Ringrazio il presidente Cossiga. Certo è che questa seconda Repubblica è piuttosto deludente.

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