Intervista
12 luglio 2011

MA PER D'ALEMA NON E' LA TANGENTOPOLI DEL PD "VOLO GRATIS? AVESSI SAPUTO SAREI ANDATO A PIEDI".

Annalisa Cuzzocrea - La Repubblica


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ROMA - «Le vicende Pronzato e Morichini sono vicende gravi, e dolorose, ma non siamo davanti alla tangentopoli del Pd». Massimo D' Alema - ospite di Repubblica Tv - risponde così a chi parla di una nuova questione morale a sinistra. Ammette che sulle Province il partito ha fatto un errore, non farsi capire dagli elettori. E sulla legge elettorale avverte: non si fa con i referendum, deve pensarci il Parlamento. Maggioritario sia quindi, ma a doppio turno».

Presidente D'Alema, Franco Pranzato, ex responsabile del settore aereo del Pd, è accusato di aver preso tangenti per favorire appalti. Vincenzo Morichini, collaboratore e finanziatore della fondazione Italianieuropei, è invece sotto inchiesta per aver fatto da mediatore nelle mazzette, e non solo nel caso Enac. Non è il momento che il Pd faccia chiarezza?

«E' una vicenda grave, che ci addolora e ci colpisce perché coinvolge alcune persone iscritte al nostro partito. Deve essere considerata con molta serietà. Siamo pronti a collaborare con i magistrati, non abbiamo nessuno da proteggere e nulla da nascondere. Lo dico anche io, in qualità di presidente di una fondazione culturale per la quale Morichini ha raccolto dei fondi. Ma non è la tangentopoli del Pd. Il Pd non c' entra nulla e neanche Italianieuropei».

Ci sono altri casi che l'hanno riguardata in passato. Ai tempi del Pci Cesare De Piccoli fu accusato di aver versato una tangente di 200 milioni alla corrente dalemiana in Veneto.

«Non è mai stato neanche rinviato a giudizio. E' assurdo tirare fuori una storia vecchia per cui non c' è stato neanche un processo».

Francesco Cavallari è stato accusato di finanziamenti illeciti alla sua corrente, stavolta in Puglia, negli anni Ottanta.

«Io non ho mai avuto finanziamenti illeciti da nessuno, a quei tempi dichiarai che era un finanziamento regolare. I magistrati ritennero di non poter fare gli accertamenti necessari, e non li fecero. Il procedimento che riguardava Cavallari non era su questo, ma sui suoi rapporti con la criminalità organizzata. C'è una curiosa passione inquisitoria nel rievocare fatti di trent' anni fa».

Allora parliamo di fatti più recenti. Morichini è l'uomo da cui ha comprato una barca. Dall'inchiesta sullo scandalo Enac viene fuori che lei, per suo tramite, ha avuto dei passaggi sugli aerei della Rotkopf. Non è stata una grave leggerezza?

«Lo conosco da tantissimi anni, abbiamo molti amici comuni, se questa vicenda fosse confermata sarebbe molto sgradevole e molto doloroso. Quanto ai voli, è assurdo dire che potevo pagarmi un volo di linea. Come parlamentare io non pago i voli di linea, se ho preso un passaggio per fare tre comizi invece di uno il risparmio è stato dei contribuenti, non mio. Abbiamo utilizzato per ragioni di lavoro questi voli perché un nostro collaboratore ci ha detto che esisteva questa possibilità. Se avessi saputo quello che è emerso, sarei di certo andato a piedi».

Passiamo ai costi della politica: la settimana scorsa il Pd si è astenuto alla Camera sull'abolizione delle Province. Un grave errore, concorda?

«La nostra posizione era corretta: le Province svolgono delle funzioni essenziali. I miliardi che secondo alcuni sarebbero risparmiati servono per la manutenzione di scuole e strade. Per abolirle bisogna riorganizzare la macchina dello Stato. Ma certo, se un grande partito non si fa capire in qualche modo sbaglia».

E poi vi state dividendo sui referendum per la riforma elettorale. Lei con chi sta, con Passigli o con Veltroni?

«Siamo tutti d'accordo per il maggioritario a doppio turno, e l'articolato di legge sarà presto depositato in Parlamento. I referendum possono servire a sollecitare le Camere, non a fare la riforma. Io difendo il principio del doppio turno perché non è una questione tecnica. Con il mattarellum i partiti si mettevano intorno a un tavolo e si spartivano i collegi. Con quella legge abbiamo portato in Parlamento 14 partiti. Il doppio turno ha il vantaggio di evitare il ricatto dei piccoli, e di garantire la governabilità».

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