Intervista
16 luglio 2011

"NESSUNO SCANDALO, SOLO UN ATTO D’AMORE"<br>L’ex premier sul podere in Umbria. E sull’inchiesta: malcostume e aggressione<br>

Intervista di Anna Mossuto – Il Corriere dell’Umbria


Presidente, che giudizio dà della situazione politica ed economica del Paese? Lei prima delle amministrative aveva lanciato la sfida a Berlusconi: se avesse perso le amministrative sarebbe dovuto andare a casa. Ha perso, poi c’è stato il referendum, ma niente. Adesso con la manovra l’opposizione diventa responsabile. Quali sono le prospettive di questo governo?

La situazione del Paese è molto grave. Il ministro dell’Economia ha detto che siamo sul ponte del Titanic, peccato che per mesi e mesi il governo abbia sostenuto che non c’era nessuna crisi e non ha fatto nulla per affrontare i problemi dell’Italia. Di fronte al rischio della bancarotta, l’opposizione si è comportata con grande senso di responsabilità, raccogliendo l’appello del capo dello Stato. Ma ora il governo deve andarsene. Il perdurare di questo governo, privo ormai di credibilità internazionale e interna, è un danno grave per il Paese.

Dentro i democratici c’è ancora un’ala, gli ex margheriti, che ragionano per conto loro, quasi in opposizione con gli ex Ds. L’amalgama non è ancora, ci sono speranze?

Sinceramente non credo affatto che questa sia la situazione generale del Pd. Al contrario, ho l’impressione che in questi mesi, grazie al lavoro di Bersani, il partito sia oggi più unito di quanto non fosse nel passato. Anche perché, com’è naturale, i successi elettorali fanno bene all’unità del partito. Più che subire emorragie, in questo momento siamo con ogni evidenza una forza in crescita.

Proprio l’attrezzarsi del mondo cattolico dentro e fuori il Pd è uno dei fatti nuovi della politica, e anche se forse è anacronistico parlare di prove generali di una nuova balena bianca, più di qualcuno ci sta lavorando: teme un’emorragia di cattolici dentro al Pd e soprattutto come giudica, se vedrà la luce, un nuovo partito di centro?

Non credo che in Italia possa tornare il partito dei cattolici. Che di tanto in tanto si riaffacci questa aspirazione e si possano tenere incontri e cene per parlarne, fa parte della movimentata vita mondana della capitale. Non ritengo davvero, però, che questo disegno sia realistico. I cattolici sono protagonisti della vita civile e politica del Paese, ciascuno con le proprie opinioni, essendo tramontato il tempo di una unità nata all’epoca della guerra Fredda per ragioni che non sembrano essere oggi riproponibili. Il Paese ha bisogno di una presenza viva del mondo cattolico, ma non in termini partitici, quanto, semmai, come un contributo di valori offerto all’insieme della società italiana.

Arriviamo alle alleanze: il Pd dove deve guardare? Verso Italia dei Valori e sinistra radicale (Sel e Federazione) o deve puntare, come ha proposto Lei, sull’Udc e il terzo Polo?

Il Pd propone, come dice Bersani, una larga alleanza che vada oltre i confini del centrosinistra. Questa proposta non sembra, in verità, suscitare obiezioni neppure nelle file di Sel e dell’Idv. Al contrario, ancora recentemente, sia il presidente Nichi Vendola che l’on. Antonio Di Pietro si sono pronunciati a favore di questa prospettiva. Non mi pare, quindi, che la questione si ponga nei termini alternativi che lei propone. Spetterà, naturalmente, agli esponenti del Terzo polo, fare le proprie valutazioni. Ma noi speriamo che essi intendano che il Paese, proprio per uscire dai danni prodotti da Berlusconi e dal berlusconismo, ha bisogno di una larga collaborazione democratica a un programma di ricostruzione dell’economia e delle istituzioni.

Tangenti Enac, viaggi gratis, e non ultimo il business del vino, ecco l’ennesima inchiesta giudiziaria che la tira in ballo. E’ la sempre e comunque macchina del fango o c’è un problema giustizia in Italia?

Non sono tirato in ballo in nessuna inchiesta giudiziaria, ma solo da una campagna orchestrata da organi di stampa, particolarmente quelli vicini al presidente del Consiglio. Il quale – sia detto per inciso – dovrebbe preoccuparsi di altre vicende. Abbiamo spiegato più volte chiaramente che la Fondazione Italianieuropei è del tutto estranea ai fatti al centro delle indagini che coinvolgono Vincenzo Morichini ed altri. I finanziamenti ricevuti sono stati regolari e regolarmente riportati in bilancio. Spetterà alla magistratura fare chiarezza e noi abbiamo espresso piena fiducia nella sua opera. Per quanto riguarda, poi, la vicenda relativa al podere che mia moglie ed io abbiamo acquistato in Umbria per i nostri figli, le insinuazioni contenute in articoli di giornale rappresentano soltanto un esempio di malcostume e una aggressione nei confronti miei e della mia famiglia. Noi abbiamo fatto un investimento in Umbria, contraendo un mutuo assai impegnativo e oneroso, per avviare una piccola attività agricola per i nostri figli. Lo abbiamo fatto nel rispetto di tutte le norme ed anzi contribuendo a risanare un’area inquinata dall’amianto e dal cemento. Mi pare una decisione che dovrebbe essere considerata un atto d’amore verso la vostra regione, alla quale mi sento legato sin dal tempo in cui mio padre mise su una piccola casa a Montefalco, che poi abbiamo dovuto vendere. Tutto qui. E sinceramente non riesco a vedere nessuno scandalo in questa vicenda.


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