Intervista
5 settembre 2011

SERVE UN GOVERNO DI RESPONSABILITA' NAZIONALE. NELLA MANOVRA NON C'E' NULLA PER LO SVILUPPO DEL MEZZOGIORNO<br>

Intervista di Giuseppe De Tommaso - direttore della Gazzetta del Mezzogiorno in occasione della festa del Pd a Policoro (MT) -


«Il Governo Berlusconi deve andare via. E' questa la svolta politica che attende il Paese. Il Mezzogiorno rischia di essere tagliato fuori dallo sviluppo dalle confuse manovre economiche messe in atto dal ministro dell'economia Giulio Tremonti».

Bagno di folla per Massimo D'Alema nella serata conclusiva della Festa nazionale del Pd sul Mezzogiorno svoltasi nel centro del Metapontino. Il presidente del Copasir si è mostrato in grande forma ed ha risposto con puntualità e con la consueta dose di ironia alle domande dei cronisti prima e del direttore responsabile della Gazzetta del Mezzogiorno, Giuseppe De Tomaso, sul palco della kermesse, dopo.

Ovviamente, centrale nelle parole dell'ex Presidente del consiglio la "questione manovra economica" in fase di discussione in Parlamento: "Il problema vero che abbiamo di fronte è che questa manovra non contiene nulla per lo sviluppo. Ed il Mezzogiorno, che ha vissuto la crisi con il resto dell'Italia, adesso rischia di perdere ogni occasione per lo sviluppo".

D'Alema, sollecitato da De Tomaso, ha lanciato un allarme: "Le regioni meridionali, per effetto dei tagli che stanno subendo e del patto di stabilità, non avranno le risorse per cofinanziare i fondi europei. Si tratta di 23 miliardi di euro che sono l'unica fonte per progetti di crescita. E mentre Portogallo ed Irlanda sono andati a Bruxelles a contrattare la modulazione dei fondi strutturali il Governo italiano non ha fatto nulla. Portogallo e Irlanda hanno chiesto che l'Europa si accolli il 99% del finanziamento dei progetti. L'Italia deve chiedere che l'Europa finanzi non il50%, come avviene attualmente, ma il 75%".

D'Alema, però, ha mostrato di non avere alcuna fiducia nelle capacità del Governo di centrodestra di occuparsi del Sud: "Questo è un Governo nordista che ha mostrato e mostra assoluto disinteresse verso il Sud. Il Mezzogiorno non può fare a meno di una politica nazionale. Ma sono 10 anni che il Governo ha dimenticato il Sud che ha pagato un grosso prezzo alla crisi. Ed ora che si registrano i primi segni di ripresa economica del Centro Nord noi, e lo dico da deputato eletto in Puglia con radici in Lucania, siamo tagliati fuori. Ed è un dramma la disoccupazione giovanile". Ed è anche per questo che serve un governo di responsabilità nazionale».

Ma c'è qualcosa che il Pd condivide della manovra? D'Alema ha riflettuto un po' poi ha risposto: "Condividiamo le nostre proposte che sono state accolte come quelle sulla lotta all'evasione fiscale".

E qui una battuta di quelle "taglienti": "L'ex ministro Vincenzo Visco ha avuto ragione nell'affermare che prima lo criticavano ora lo copiano. E, badate bene, la lotta all' evasione fiscale non sono le manette ma il controllo preventivo dei grandi movimento di danaro in contanti od il recuperare i soldi non versati per il condono. E sono tanti soldi". Non potevano mancare alcune riflessioni sul momento "negativo" che il mondo politico nel suo complesso sta vivendo: "Ma la presenza di tanta gente qui dimostra che le nostre feste sono un grande appuntamento popolare e che non è vero che la gente non si appassiona più alla politica. Noi siamo qui per ascoltare i cittadini ed anche le loro critiche. Registriamo con piacere, però, questa grossa voglia di partecipazione". Ma il dibattito sui tagli ai costi della politica è stucchevole o ha ragione di esistere o no? I giornali fanno bene a parlarne o no? E qui un'altra battuta "sottile": "I giornali non fanno mai bene. Ridurre, però, i costi della politica è necessario ed occorre farlo con serietà. Quando abbiamo proposto di riformare il sistema dei vitalizi, un privilegio, la destra ha votato contro in Senato ma i giornali della destra hanno denunciato che la casta non fa le riforme contro se stessa".

La raccolta di firme per il referendum può servire solo «se punta a cambiare la legge elettorale». Infine il caso Penati. «Le accuse sono pesanti - ha detto D'Alema - ma bisognerà aspettare i processi, che non devono essere fatti né dai pubblici ministeri, né dai giornali».


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