Intervista
10 novembre 2011

GOVERNO ANCHE CON IL PDL, NO A FRANGE DI DISSIDENTI. <BR>Crisi drammatica, micidiale andare al voto adesso

Intervista di Pietro Perone – Il Mattino


Non è questione di settimane e neanche di giorni, ma di ore perché la situazione di incertezza politica richiede «assoluta rapidità» nelle scelte. Secondo Massimo D’Alema, la soluzione migliore sarebbe quella di un governo di responsabilità nazionale, sostenuto da tutti i partiti rappresentati in Parlamento «e non da frange di dissidenti». Una giornata convulsa, cominciata con il crollo della Borsa, il record dello spread e le opposizioni che hanno chiesto e ottenuto, nel corso del giorno un’accelerazione per l’esame della legge di stabilità che potrà essere approvata entro sabato. «Valuteremo il merito del provvedimento – sottolinea il presidente del Copasir – per decidere il voto finale, sperando che non siano introdotte norme inaccettabili o che addirittura non si approfitti della situazione per inserire misure legate agli interessi di Berlusconi, come è già successo».

Mercati impazziti: siamo prossimi al punto di non ritorno?

«Ciò che sta accadendo in queste ore conferma quanto sia stata colpita in questi mesi la credibilità del nostro Paese e quanto le dimissioni annunciate dal presidente del Consiglio siano una risposta tardiva alla crisi economica. Un ritardo al quale paghiamo un prezzo molto alto. E sono costi che continueranno a pesare nei prossimi mesi. Di qui la necessità di compiere uno sforzo serio per evitare di andare al voto in un quadro così deteriorato».

Il premier invece punta alle elezioni.

«Non vorrei che a una situazione drammatica di cui è responsabile Berlusconi per il clima di incertezza determinato, si aggiungano altri danni con la pervicace richiesta di voto anticipato. Noi non abbiamo paura delle urne. Anzi, potremmo persino avere interesse, come partito, ad andare a elezioni anticipate. Ma consideriamo prioritario mettere avanti l’interesse del Paese».

Il leader dell’Idv chiede il voto subito: l’unità delle opposizioni è durata solo il tempo di mandare sotto la maggioranza in aula?

«No, le opposizioni sono unite. E’ legittimo che Di Pietro possa pensare che sarebbe meglio votare, ma questo non significa che l’Idv non sia disponibile a sostenere un governo di emergenza. Al contrario, Di Pietro si è dichiarato disponibile e ritengo che si debba valutare con serietà questo impegno. Bisogna dunque verificare se ci sono le condizioni per realizzare tale prospettiva».

Con dentro il Pdl o solo una parte di esso?

«Noi ci rivolgiamo a tutte le forze politiche presenti in Parlamento, in primo luogo a quelle maggiori. Non ci interessa fare giochini né operazioni che possano essere bollate come ribaltoni. O ci sono le condizioni per una comune assunzione di responsabilità, oppure davvero non resta che andare al voto».

Il presidente Napolitano ha nominato Monti senatore a vita. Sarà lui il prossimo premier?

«Innanzitutto credo che poche persone come il professor Monti possano essere considerate degne di un onore che viene attribuito in generale a chi ha illustrato il Paese con il suo impegno nel campo economico, civile e culturale. Non credo che una decisione di questo tipo, che certamente è frutto di una lunga e attenta meditazione, possa essere interpretata strumentalmente in relazione alla vicenda della crisi politica. Al di là di tutto, è evidente che abbiamo bisogno di un governo presieduto da una personalità in grado di restituire credibilità al Paese, di affrontare l’emergenza drammatica della crisi economica, di mettere in campo misure serie per sostenere lo sviluppo e l’occupazione. E’ chiaro, infatti, che se non riparte la crescita sarà impossibile anche vincere la sfida del debito pubblico».

Con il voto dell’altro giorno a Montecitorio si è chiusa la stagione del belusconismo?

«Berlusconi continuerà ad avere un ruolo nella vicenda politica italiana, ma ritengo che la “spinta propulsiva” del berlusconismo sia finita da tempo. Diciamoci la verità: dalla rottura con Fini in poi, il governo è sopravvissuto in una condizione di debolezza politica, affidandosi al sostegno di improbabili personaggi, senza riuscire a promuovere una qualsiasi azione significativa".

Posizione unitaria sul rendiconto, l’altro giorno in Parlamento è nato il centrosinistra trattino Terzo Polo?

«Da tempo collaboriamo e l’atteggiamento comune tenuto in Aula è la conferma di un percorso che spero possa andare oltre la battaglia parlamentare. Auspico, dunque, una collaborazione di lungo periodo al di là delle convenienze elettorali di ognuno, perché il Paese ha bisogno di una maggioranza ampia sia sul piano politico che della rappresentanza sociale».




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