Intervista
17 ottobre 2012

Io difendo la nostra storia e sbaglia chi mi crede finito. Non sono un cane morto, ve ne accorgerete

Intervista di Massimo Giannini - Repubblica


«Polemica? Ma quale polemica! Io sono perfettamente d'accordo con il mio segretario...». Massimo D’Alema è appena uscito da Montecitorio, dove ha presentato l'ultima fatica letteraria di un altro leader di lungo corso del Palazzo romano, Ciriaco De Mita. E di fronte alle parole di Pier Luigi Bersani, che a Repubblica Tv dichiara «non chiederò a D’Alema di ripresentarsi », il presidente del Copasir (ex leader dei Ds ed ex presidente del Consiglio) non batte ciglio.


 


Come sarebbe, presidente D'Alema? Vuol dire che si aspettava queste parole di Bersani?


 


«Certo che me le aspettavo. Pier Luigi ha detto una pura e semplice verità, che chiunque conosce le regole e lo statuto del nostro partito può facilmente verificare. Non è il segretario che decide le candidature: c' è una procedura prestabilita, e c'è un organo preposto. Quell'organo si chiama direzione. Ed è lì che si decide. Questo ha detto Bersani, e questo dico anch'io».


 


Quindi non c'è nessun disaccordo e nessuna polemica tra voi?


 


«Nessun disaccordo e nessuna polemica. Nessun "attacco" e nessuna "replica". Capisco che questo dispiacerà a qualche titolista, ma Bersani ed io la vediamo esattamente allo stesso modo… Io l'ho ascoltata, l'intervista di Pier Luigi a Repubblica Tv: e l'ho apprezzata in ogni sua parte. Il resto sono chiacchiere, illazioni, strumentalizzazioni».


 


Questo significa che lei non chiederà alcuna deroga, per quanto riguarda la sua candidatura?


 


«Non è un tema all'ordine del giorno. Valuterò quando sarà il momento, il che significa tra alcuni mesÌ».


 


Eppure era sembrato che Bersani, con le sue parole, andasse nel solco di Matteo Renzi e avallasse la rinuncia unilaterale di Walter Veltroni...


 


«Era sembrato male. Se legge bene, quella di Bersani che dice "non sono io a decidere" non è una risposta a me, ma semmai a chi si crede e pretende che a decidere non sia un organo collegiale del partito, ma un capo solo al comando, che magari ha vinto le primarie. Vorrei far notare che le cose non funzionano così...».


 


Lei ce l'ha con Renzi, anche stavolta. Com' era già successo per i viaggi in aereo invece che in camper.


 


«Io non ho mai polemizzato e continuerò a non polemizzare con Renzi. Né voglio polemizzare con chi invoca il cambiamento. Io sono il primo a volere il cambiamento. Vuole che glielo dica? Avevo già deciso di non ricandidarmi due mesi e mezzo fa, si figuri se aspetto Renzi! Renzi non mi interessa. Ma mi interessa molto, invece, l'operazione politica che sta dietro la cosiddetta "rottamazione". A quella mi oppongo, perché la trovo ingiusta e dannosa».


 


Dannosa per chi?


 


«Per il partito, ovviamente. Le primarie sono un grande evento, un grande fatto politico che alimenta il pluralismo e la buona democrazia. Ma perché questo succeda le primarie devono avvenire in un clima di coesione e di consenso, non di rissa personale sistematica e quotidiana. E allora, mi chiedo e le chiedo, a chi giova mettere ogni giorno Bersani contro qualcuno di noi, o qualcuno di noi contro Bersani? Non giova a nessuno. Al contrario, fa solo del male al Pd».


 


Ma insomma, presidente D’Alema, lei si candiderà o no alle prossime elezioni?


 


«Ho già risposto a questa domanda. Valuteremo insieme, nelle sedi deputate e al momento  opportuno. Quello che mi sta a cuore, adesso, è difendere la mia, la nostra storia. Noi abbiamo governato questo Paese, noi l'abbiamo portato in Europa. Questo è un fatto, non è un'opinione».


 


Nonostante questo, che è un dato oggettivo, c'è qualcuno che non la pensa così, e che continua a chiedervi di fare un passo indietro.


 


«Se c'è qualcuno che pensa che io sia ormai un cane morto, beh, credo proprio che in termini di consensi reali, nel partito e nel Paese, si stia sbagliando. E se ne accorgerà».


 

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