Intervista
31 maggio 2001

Il complotto che non ci fu

Un articolo apparso sul 'Corriere della Sera' parlava di un accordo per far cadere il Governo Prodi. Tra i coinvolti ci sarebbe stato anche l'onorevole Massimo D'Alema. Smentite e conferme


Intervista di Enzo Biagi - Il fatto

Ieri l'altro abbiamo dato la parola all'onorevole Franco Marini, oggi parliamo con l'onorevole Massimo D'Alema. Congiurarono, o no, per far cadere il Governo Prodi?

Onorevole D'Alema, dopo cinque anni di Governo, oggi è all'opposizione. Come si sente?Massimo D'Alema: personalmente non è un dramma. Io sono cresciuto all'opposizione. Sono abituato. Non nascondo di essere preoccupato per il Paese. Certo l'alternanza in un Paese democratico, non può essere considerata una tragedia. Ma, ripeto, è al Governo una destra che mi preoccupa. La misureremo alla prova. Sento però il bisogno che sia presente un'opposizione democratica. Forte, serena ma anche incisiva.


Scusi, se passo subito all'argomento. È tempo di retroscena e di presunte rivelazioni. Lei ha congiurato con Marini per far saltare Prodi?
Massimo D'Alema: no. Io ho difeso Prodi fino all'ultimo, cercando di convincere Bertinotti, o almeno i parlamentari di Rifondazione Comunista, chiedendo a Cossiga, come egli ha testimoniato nel suo volume 'La politica e la passione', di sostenere Prodi fino all'ultimo. Ho congiurato a favore del Governo Prodi, se vogliamo usare l'espressione congiurare. Considero quest'accusa un'infamia e credo che, in un Paese civile, la lotta politica attraverso le menzogne e le calunnie dovrebbe essere bandita.


Di Marini esistono due versioni: coi giornali ammette la congiura, da noi la nega. E allora?Massimo D'Alema: credo che sia lei che io abbiamo il dovere di ritenere che quello che si dice da lei è la verità.

Non arrivo a presumere sempre tanto.
Secondo Cossiga avreste dovuto combinare il colpo in primavera. Invece, ci sarebbe stato un anticipo in autunno dovuto a Bertinotti. Può spiegare questo giallo?
Massimo D'Alema: non c'è nessun giallo. Penso che Cossiga, nel suo libro, abbia ricostruito la vicenda con precisione. Anche là dove dice la verità: cioè che io ero molto recalcitrante rispetto all'ipotesi di formare il Governo. È un'ipotesi che ho considerato con molta preoccupazione e a cui mi sono arreso quando mi è stato detto che non c'erano alternative.


Perché si fanno adesso questi discorsi?Massimo D'Alema: in un momento delicato come questo, in cui la sinistra deve riorganizzarsi, qualcuno paventa che torni in campo D'Alema, ma qualcun altro lo spera, è evidente che si pensa, in questo modo, di dare un colpo alla mia persona. D'infangarla e di metterla fuori gioco. È un modo di fare la lotta politica che in un Paese civile, lo ripeto, dovrebbe essere messo al bando.


Lei disse in una puntata de 'Il Fatto' che avrebbe governato soltanto col consenso del popolo. Come mai si è accontentato, invece, dei voti di Cossiga e di quelli che lui chiama ' i miei quattro gatti'?
Massimo D'Alema: io ho avuto innanzitutto la designazione e il voto dell'Ulivo, che aveva vinto le elezioni. Fu l'Ulivo a proporre il mio nome al Presidente Scalfaro, e lo fece dopo una riunione che fu presieduta da Romano Prodi. All'Ulivo si aggiunsero altre forze politiche. D'altro canto anche il Governo Prodi era un Governo dell'Ulivo, con il sostegno di Rifondazione Comunista. Quindi in una circostanza straordinaria, come abbiamo detto più volte, nell'impossibilità di fare le elezioni anticipate, di cui si è parlato dopo, ma allora nessuno le propose, anche perchè c'era da fare la Finanziaria dell'euro e poi c'erano le nostre Forze armate in allarme per la drammatica crisi dei Balcani. In una situazione di necessità io ho fatto il Governo su designazione dell'Ulivo, che aveva vinto le elezioni. Questa è la verità, il resto sono calunnie.


Se fa un bilancio della sua esperienza governativa, cosa mette all'attivo?
Massimo D'Alema: metto all'attivo la politica estera. Non solo per quanto riguarda la drammatica vicenda del Kosovo, ma in generale. Per esempio, la conclusione della trattativa di Berlino, con la nomina di Prodi a Presidente della Commissione europea. Metto all'attivo il patto con cui, all'inizio del 1999, puntammo ad una politica per l'occupazione. Perché da quel patto sono poi derivate delle scelte che hanno determinato, in Italia, una crescita dell'occupazione.


E al passivo?
Massimo D'Alema: ho detto più volte che il difetto principale del centro sinistra non è stato quello di aver fatto troppe riforme, ma quello di non essere riuscito a fare alcune delle riforme importanti di cui il Paese ha bisogno.


Perché il suo Governo non ha mai affrontato il conflitto di interessi di Berlusconi?
Massimo D'Alema: perché non spetta al Governo. Spettava al Parlamento affrontare questa questione, che lo aveva fatto durante il Governo Prodi, approvando una legge che poi il Parlamento stesso considerò insufficiente, dopo il fallimento della Bicamerale, e provò a migliorarla. Non ci riuscì, per l'ostruzionismo della destra.


Lei ha affermato che, insieme al Cavaliere, è vittima della stampa. Crede davvero che ci siano delle coalizioni di giornalisti, quando mi risulta che è una delle categorie più divise, per altro?
Massimo D'Alema: io non ho mai affermato di essere vittima della stampa. Soprattutto non ho mai affermato di essere assieme al Cavaliere. In nessuna cosa.


Quello lo dico io, perché anche il Cavaliere si lamenta.
Massimo D'Alema: ah, ecco. Io non sono vittima di nessuno, Biagi. Io ho criticato l'informazione in Italia per il modo in cui viene fatta. L'ho fatto in un'intervista a Prima Comunicazione, nella sede che è propria del dibattito sull'informazione. Ho criticato l'informazione, non ho detto che io sono vittima.


Berlusconi ha trionfato. Che prospettive per la sinistra?
Massimo D'Alema: Berlusconi ha vinto, non ha trionfato.

Ha sfondato.
Massimo D'Alema: non ha sfondato e, soprattutto, la maggioranza degli italiani non ha votato per lui. Berlusconi ha vinto, ha diritto di governare, ma non è il padrone del Paese. Il centro sinistra governa tante regioni, città. È l'opposizione. Ha il dovere, dall'opposizione, di preparare un'alternativa di Governo. Lo faremo nel corso degli anni che verranno, con serenità e anche con le forze di cui disponiamo.


Onorevole D'Alema, cosa vede nel suo futuro?
Massimo D'Alema: io darò una mano a tutto questo. All'Ulivo; io sono uno dei leader dell'Ulivo, faccio parte del comitato nazionale, e alla sinistra italiana. Sono un militante politico della sinistra che non concepisce la politica se non come servizio alle proprie idee. E quindi certamente ci sarò, anche se qualcuno pensa che sarebbe preferibile mettermi fuori gioco, magari con qualche rivelazione... presunta tale. Ci sarò e darò un contributo, senza prepotenze, ma con la forza e la passione di cui sono capace.


Grazie.Massimo D'Alema: a lei.





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