ROMA - "Nella storia della Repubblica non si ricorda un tale livello di decadimento dello scontro politico. E soprattutto, non si ricorda che a rendersene protagonista sia il presidente del Consiglio". Appena tornato dalla Cina, il presidente dei Ds trova Berlusconi che dice: "I politici di professione? Tutti ladri, con la casa al mare, la barca..."
Ce l'aveva con lei, onorevole Massimo D'Alema?"Voglio lanciare una sfida al presidente del Consiglio: se ha malefatte da denunciare, vada dal magistrato. Altrimenti siamo di fronte alla solita spazzatura. Mi suscita un misto di ilarità, ma anche di tristezza. Berlusconi vuole determinare un crescente stato di confusione nell'intero campo politico. Questa mattina alla Camera ho ascoltato gli interventi di Follini e di Selva: sono stati di una severità inusitata. Con il suo attacco ai "politici che rubano", il premier mira a colpire tutti. Anche i suoi alleati".
Perché lo fa?Ha capito che sul piano della politica sta perdendo la partita, e allora punta a lanciarsi nell'anti-politica? "Tutto nasce dal fallimento del suo governo. Lo vuole nascondere creando uno stato di endemica confusione. Le conseguenze mettono a rischio lo stesso bipolarismo, con esiti che potrebbero essere imprevedibili. È in gioco la tenuta stessa del nostro sistema politico maggioritario. Per questo lancio un appello alle forze di buon senso: arginiamo questa deriva. Manteniamo i nervi saldi. Non bisogna cadere sul terreno delle provocazioni, degli insulti, dell'imbarbarimento. I cittadini ci manderebbero tutti a quel Paese".
Intanto vi ci manda il premier, dandovi dei "ladri". "Berlusconi mi ricorda un vecchio comico un po' spompato, che ha ripescato dal suo repertorio la battuta che gli ha dato successo in gioventù. Il piccolo particolare è che da dieci anni lui è il capo dei politici, il leader del maggior partito italiano e, per la seconda volta, il capo del governo. È davvero convinto che i politici siano ladri? E allora, cosa ha fatto per impedire questo ladrocinio? Niente. Ora poi vuole persino reintrodurre l'immunità parlamentare! Il suo è solo un modo per rimestare la melma qualunquista e populista".
"Rimestando quella melma", ha già vinto le elezioni nel '94 e nel 2001. E voi non lo avete capito. "Non sono sicuro che questa volta il gioco funzioni. Il premier ha cercato di far dimenticare quello che aveva detto tre giorni prima, e cioè che "gli italiani sono più ricchi". Questo ha creato davvero, nel Paese, un moto di indignazione assai profonda. E allora, dal punto di vista dell'opposizione, questo deve essere il terreno dello scontro, non gli insulti. Il problema vero è come stanno oggi gli italiani. Secondo me stanno peggio. Berlusconi lo sa. Per questo parla d'altro. Ma proprio per questo noi dobbiamo tenere fortemente il centro. Dobbiamo incalzarlo sull'economia, sulla necessità di assicurare una speranza ai cittadini, sulle prospettive dell'Europa. Perché il governo di centrodestra non solo ha danneggiato la qualità della vita degli italiani, ma ha anche intaccato il prestigio del Paese".
Questo è un processo iniziato molto prima, le risponderebbe il Cavaliere."Non è vero. I tre grandi d'Europa riuniti in un Direttorio, e lui escluso che insulta e baccaglia, è uno spettacolo umiliante, ed è anche il segnale inequivocabile del nostro declino. Se ci doveva essere questa riunione, e se ne può discutere, noi comunque dovevamo essere lì. E invece non ci hanno neanche invitato. Ed è falso che sia sempre andata così. Con il centrosinistra l'Italia era in tutti i luoghi decisionali. Con il centrodestra siamo fuori dalla porta, a protestare e a dire le parolacce. In campagna elettorale Berlusconi deve risponderne. Deve rispondere di come ha governato questo Paese, di dove ha portato il suo prestigio internazionale, delle sue condizioni economiche e sociali, dei rapporti con le istituzioni. Guai se noi non lo inchiodiamo su questo, e lo inseguiamo nel suo divagare sempre più pirotecnico. L'uomo avverte con senso di disperazione la sua difficoltà. I sondaggi li legge anche lui...".
Il recupero in campagna elettorale gli è sempre riuscito."Capisco certe suggestioni che suscita l'anti-politica. E su questo deve stare attento anche un certo mondo di sinistra, che gli ha aperto la strada su questo stesso terreno. Dovrebbe essere chiaro a tutti che questo qualunquismo anti-politico, venato di giustizialismo brutale, è "naturaliter" di destra. In questo Paese, se si dà forza a questi umori, l'approdo non può che essere a destra. La nostra forza è la democrazia con le sue regole, sono le istituzioni, sono i partiti, che certo si devono aprire alla società. Se pensiamo di mettere tutto questo tra parentesi non c'è scampo: vince Berlusconi, e non vincerà mai nessuna sinistra".
Il rischio è che la sinistra non vincerà mai anche perché non è credibile. Guardi quello che è successo al Senato sull'Iraq..."Tornato dalla Cina ne ho sentite e lette di tutti i colori. Compreso il fatto che noi avremmo votato per la guerra. Mi sono documentato. E constato che la nostra posizione politica è esattamente la stessa di otto mesi fa. Con una differenza: allora si votarono due diversi provvedimenti, uno che riguardava i circa 7.000 militari impegnati in missioni sotto l'egida dell'Onu, l'altro che riguardava i circa 2.000 militari presenti a rotazione in Iraq. Allora votammo a favore del primo e contro il secondo. Oggi questo non è stato possibile, perché il governo ci ha imposto un testo unico. Per questo abbiamo presentato emendamenti soppressivi del rifinanziamento della missione in Iraq. Votando i quali abbiamo votato contro la missione in Iraq. Ripeto: esattamente come otto mesi fa".
Non partecipando al voto avete fatto una scelta contorta, che vi costa la critica dei pacifisti e la delusione dei riformisti."Un gesto di protesta, ma anche di saggezza, invece. Un gesto che nasce da una logica ineccepibile: conferma le nostre posizioni originarie, ma non si traduce in un atto contrario alle nostre Forze Armate. Ci evita di cadere in una trappola: se avessimo votato no avremmo fatto un favore a Berlusconi, che avrebbe detto: prima mandano in missione i soldati, poi bocciano il decreto che serve a pagargli gli stipendi. Abbiamo fatto la scelta più sensata. Siamo stati coerenti".
Ma non è bastato. Ci sono state divisioni, non è un buon esordio per la lista unitaria."Certo, considero grave che chi ha avuto responsabilità di governo e ha sostenuto in passato le nostre missioni militari abbia votato no. Ma quello che non accetto è che ora si dica che abbiamo cambiato posizione, o che abbiamo votato sì alla guerra. Non accetto che dall'interno del centrosinistra si conduca una campagna di aggressione contro la lista unitaria, basata sulla menzogna. Hanno detto addirittura che se ci presentiamo ai cortei per la pace di prendono a sassate...".
Appunto: questo le dà la misura dello stato dei rapporti a sinistra."È evidente la strumentalità di questi attacchi. Si vuole colpire il processo politico che abbiamo avviato. Si vuole colpire la lista Prodi, che è l'unica vera novità di questa fase politica. Una novità che spaventa Berlusconi, ma dà fastidio anche nel centrosinistra, dove c'è chi teme che l'affermazione di questa forza nuova possa ridurre certe rendite di posizione. Parliamoci chiaro, qui ci sono partiti, partitini, segmenti di ceto politico: ognuno teme di veder diminuito il proprio potere di condizionamento".
E le pare poco?"No, ma dico ai nostri amici: calma. Esasperare questa polemica è controproducente per tutti, nuoce all'immagine di tutta l'alleanza".
Cosa succederà alla Camera? Arriverete all'assurdo di votare in modo diverso rispetto al Senato?"Alla Camera ci batteremo per chiedere, per l'ennesima volta, la separazione del decreto in due parti. Il regolamento ci offre più strumenti parlamentari. Se riusciamo a raggiungere l'obiettivo, sarà semplice votare come facemmo otto mesi fa. Altrimenti vedremo: decideranno i gruppi parlamentari".
Il governo non vi farà favori."Avevo sperato che si potesse arrivare a un accordo con il governo, sulla politica estera. Purtroppo non è stato possibile. Nel governo persiste un'ambiguità che non consente una svolta in Iraq e rende impossibile una comune assunzione di responsabilità. Frattini ci manda una lettera in cui dice che anche noi siamo per l'Onu, mentre proprio oggi il capo della forza di occupazione americana a Bagdad, Paul Brehmer, non cita per niente le Nazioni Unite, e dice che le forze italiane devono rimanere fino alla fine del 2005. Vorrei sapere dal nostro governo: a fare cosa? Agli ordini di chi?".
I pacifisti vi considerano "sgraditi" alla manifestazione del 20 marzo. Andrete lo stesso?"Decideranno gli organismi del partito. Io non mi faccio intimidire da certi anatemi, soprattutto se basati sulla menzogna. E trovo intollerabile questa abitudine a considerare "traditore" chiunque abbia un'idea diversa. È davvero il riflesso di un settarismo di marca staliniana".
Di questo passo, di qui alle europee la lista Prodi avrà vita dura."E invece io sono molto ottimista. Anche i settori più radicali del centrosinistra devono capire che l'esistenza di una grande forza di garanzia, seria e riformista, giova anche a loro. E aggiungo: meno male che, nella situazione caotica e pericolosa in cui ci sta precipitando Berlusconi, abbiamo dato vita a un progetto di grande respiro politico come la lista Prodi. Dopo le europee, poter contare su una forza politica che ha il 33/35% dei voti rappresenta un motivo di conforto e di speranza. Per tutti".
di Massimo Giannini