Discorso
14 giugno 2006

Intervento sul Wall Street Journal

Abstract in italiano


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Il Ministro degli esteri italiano Massimo D'Alema, in un intervento sul quotidiano americano, delinea le linee cardine della sua politica alla vigilia del viaggio a Washington.

Nella mia missione, scrive D'Alema, porterò "a Washington con un messaggio semplice e chiaro. Il nuovo governo di Roma è impegnato a costruire una comunità euro-atlantica più forte".

Nel suo articolo D'Alema ricorda come la situazione sia molto mutata dalla sua visita come premier a Washington nel 1999. Allora erano i tempi della guerra in Kosovo e tra Usa ed Europa l'accordo su cosa fosse giusto fare era nettissimo. Sette anni
dopo molte cose sono mutate. Ma anche se "il centrosinistra italiano è stato contrario all'intervento militare in Iraq nel marzo 2003... questo non significa che il nuovo governo Prodi si rivelerà un partner meno utile per Washington. Anzi potrebbe
esser vero il contrario".

Infatti, prosegue d'Alema, tra Europa e Usa è una questione di interessi reciproci.
Per la Ue una "buona relazione trans-atlantica è una condizione per restare unita; per gli Usa una Europa unita è più utile che non avere singoli alleati. E il nuovo governo italiano - che ha più fiducia del precedente nel valore dell'integrazione europea - può aiutare a realizzare la cosa di cui abbiamo davvero bisogno: una comunità euro-atlantica compiutamente in grado di rispondere con efficacia alle sfide
globali del dopo 11 settembre"

D'Alema ricorda anche che "il ritiro delle truppe italiane dall'Iraq è parte del mandato che ci hanno assegnato gli elettori. Il governo Prodi lo gestira' in modo ordinato, in consultazione con il governo iracheno e i partner della coalizione.
Garantiremo che le modalita' del ritiro non aggraveranno i problemi del governo iracheno ne' della sicurezza dei partner della Forza multinazionale."

Il governo italiano, ha assicurato, "onora l'impegno e il sacrificio" dei soldati
italiani "che servono con grande orgoglio e professionalita'" in Iraq.
Dunque "ritireremo le nostre truppe ma non il nostro sostegno al governo democraticamente eletto dell'Iraq".

"Condividiamo un interesse comune per la futura stabilita' di un Iraq democratico e unito", ha scritto ancora il capo della diplomazia italiana, e "continueremo a dare il nostro contributo, anche se in modo diverso".

Guardando "Oltre" l'Iraq, il ministro sostiene che "l'Italia si dimostrerà costante nel sostenere la pace, la stabilità e la ricostruzione tramite l'azione multinazionale in alcune regioni tormentate da conflitti: Afghanistan, Balcani, Africa".

Su questi, e su altri fronti, insiste il ministro, nessun risultato si potrà ottenere senza una strategia comune tra le due rive dell'atlantico. "Una forte Ue - scrive D'Alema - deve essere strutturata come un partner degli Usa e non come un contrappeso... l'alleato di cui ha bisogno oggi l'America per far fronte alle minacce del terrorismo e della proliferazione nucleare è un'Europa più forte".

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