Discorso
29 novembre 2006

Roma - Camera dei deputati - Question Time

Testo dell'intervento


Questioni relative alla diffusione dei risultati delle elezioni politiche del 2006

MASSIMO D'ALEMA, Vicepresidente del Consiglio dei ministri.
Signor Presidente, naturalmente, su questa specifica vicenda, il Governo non ha svolto nessuna particolare indagine, per cui la mia risposta si limita a riportare la spiegazione di questo ritardo, a cui gli interroganti fanno riferimento, così come è stata data al Governo attuale dagli uffici del Ministero dell'interno.
Ora, come è noto, il totale delle ore impiegate dal Viminale per acquisire e diffondere tutti i risultati provvisori e ufficiosi - perché, come è noto, il Ministero dell'interno diffonde risultati provvisori e ufficiosi, dato che i risultati elettorali vengono diffusi dopo che essi sono stati vagliati dagli uffici elettorali competenti - è stato pari a dodici ore, vale a dire un tempo più rapido di quello che fu necessario per le elezioni del 2001.
I dati ufficiosi diffusi dal Ministero sono risultati, alla fine, sostanzialmente coincidenti con quelli ufficiali, proclamati dai competenti uffici elettorali.
Per quanto riguarda la questione relativa ai voti contestati e provvisoriamente non assegnati nella provincia di Catania, il Ministero dell'interno, ricevute le indicazioni che in questa sede sono state ricordate, e che risultavano effettivamente essere anomale per il numero veramente non credibile e sconcertante di schede contestate, segnalò tempestivamente a quella prefettura che, per l'appunto, il dato non appariva credibile.
Furono effettuate conseguenti verifiche e furono, nel frattempo, constatate analoghe anomalie, sia pure di diversa entità, in altre comunicazioni. Quindi, su disposizione del ministro, la verifica fu estesa a tutte le province sia per la Camera, sia per il Senato.
Pertanto, una verifica così ampia fece sì che la conclusione fu raggiunta soltanto nella tarda mattinata di venerdì 14 aprile. A quel punto, emerse che, «per mero errore materiale», alcune prefetture avevano sommato il dato delle schede nulle a quello delle schede contestate, che dunque risultava in modo anomalo elevato. I dati corretti furono, per l'appunto in data 14 aprile, immediatamente diffusi attraverso un comunicato stampa.


Iniziative volte a sostenere l'istituzione di un tribunale internazionale sull'assassinio dell'ex primo ministro libanese Rafik Hariri

MASSIMO D'ALEMA, Vicepresidente del Consiglio dei ministri.
Io condivido pienamente il fatto che la soluzione della crisi libanese non possa prescindere dalla necessità di accertare la verità e di fare giustizia sull'assassinio di Hariri ed ora, aggiungerei, anche sull'omicidio di Pierre Gemayel. Per questo, noi abbiamo apprezzato il fatto che il primo ministro Siniora, al quale abbiamo espresso più volte, in termini politici e concreti, il nostro sostegno, nonostante l'assassinio di Pierre Gemayel e le polemiche e le precedenti minacce dell'opposizione parlamentare di ricorrere alla piazza, abbia deciso di continuare le procedure per avviare il progetto di legge di ratifica del tribunale internazionale.
Il progetto è stato approvato dal Consiglio dei ministri del Libano nel tardo pomeriggio del 25 novembre e trasmesso il 27, come previsto dalla Costituzione, al Presidente della Repubblica. Il Capo dello Stato ha la possibilità di esaminare il progetto istitutivo per 15 giorni, entro i quali potrà approvarlo o rinviarlo al Consiglio dei ministri. Entro tali termini, o qualora il Consiglio dei ministri confermi la propria decisione, il progetto sarà trasmesso al Parlamento che potrà votarlo o respingerlo.
Spetta pertanto al Presidente dell'Assemblea nazionale Nabih Berry la decisione di fissare la data in cui esso dovrà essere messo all'ordine del giorno.
È un procedimento lungo, complesso, rischioso.
Tuttavia, noi sosteniamo questa scelta e lo facciamo sia attraverso i contatti politici, sia attraverso le dichiarazioni pubbliche. Siamo convinti che lo scopo dell'impegno internazionale debba essere quello di garantire la piena sovranità del Libano e di consolidare le istituzioni democratiche in tale paese. D'altro canto, l'UNIFIL è impegnata a collaborare con le forze armate libanesi proprio in questo senso, nei limiti del mandato stabilito dalla risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite n. 1701 del 2006.
Per quanto attiene alle questioni di carattere finanziario cui lei si è riferito, come è noto, il Segretariato generale delle Nazioni Unite ancora non ha valutato le esigenze finanziarie connesse al funzionamento del tribunale. Comunque, il Governo libanese ha chiesto che il 49 per cento delle spese del tribunale siano coperte dal Libano mentre il 51 per cento sarà finanziato da contributi volontari degli Stati membri. Nel momento in cui le Nazioni Unite lanceranno ufficialmente la raccolta di contributi, l'Italia non mancherà di esaminare la possibilità di partecipare, nel contesto della collaborazione con un paese amico come il Libano e della necessaria ricerca della verità e della affermazione della giustizia.


Finanziamenti erogati all'organizzazione non governativa Movimondo

MASSIMO D'ALEMA, Vicepresidente del Consiglio dei ministri.
Movimondo opera nel settore del volontariato da oltre 35 anni e da circa trent'anni è partner della cooperazione italiana, prima come Molisv e poi con l'attuale denominazione di Movimondo.
L'associazione è stata fondata nel 1970 ed ha ottenuto il primo riconoscimento di idoneità ad operare con la cooperazione italiana nel 1978. L'idoneità è stata rinnovata nel 1988, ai sensi della legge di riforma della cooperazione e, da ultimo, il 23 marzo 2001 con decreto ministeriale n. 1357.
Dal 2001 ad oggi, sono state approvate dal comitato direzionale del MAE oltre 30 iniziative presentate da Movimondo, 24 delle quali riguardano programmi di durata triennale da realizzarsi nei paesi in via di sviluppo, prevalentemente nei settori della sanità, della formazione professionale e della creazione di nuovo impiego.
La ONG ha operato in più di 25 paesi (in Africa, in America Latina e in Asia) ed ha sviluppato iniziative di educazione e sensibilizzazione allo sviluppo in Europa. La presidenza dell'attuale sottosegretario Di Santo riguarda solo il periodo aprile 2004-maggio 2006.
La rendicontazione di tali progetti, suddivisa per tranche progettuali, viene presentata al MAE e regolarmente approvata dagli organi di controllo del Ministero dell'economia. Ad oggi, dei 30 progetti approvati, sono state vagliate e liquidate 75 rendicontazioni parziali e totali.
I controlli OLAF riguardano esclusivamente i finanziamenti della Commissione europea e non comportano de iure alcuna sospensione automatica dei finanziamenti nazionali, i quali sono regolati dalla normativa italiana, che non prevede, tranne nei casi previsti dalla legge, la sospensione delle erogazioni finanziarie in atto derivanti da programmi già approvati. Inoltre, l'indagine dell'OLAF riguarda iniziative assunte da parte di amministratori di Movimondo che attualmente non sono più in carica e che sono stati allontanati da alcuni anni dalle funzioni che ricoprivano.
Movimondo, in questo periodo, continua a ricevere infatti finanziamenti dalle agenzie delle Nazioni Unite: dalla FAO, dall'IFAD, dall'UNDP e dall'UNICEF, nonché dalle agenzie di sviluppo locale.
Il contratto di Movimondo con l'organizzazione internazionale IMG a cui si fa riferimento è relativo alla realizzazione di una parte del progetto Promoting the euro mediterranean dialog, tendente a valorizzare e diffondere progetti di pace della cooperazione italiana nel bacino del Mediterraneo.
Il programma di educazione allo sviluppo e comunicazione multimediale sulla realtà del continente africano «Forse Dio è malato» è stato approvato dal comitato direzionale MAE il 9 ottobre 2006, con delibera n. 69, per un contributo pari a circa 230 mila euro.
Vorrei sottolineare che la cooperazione allo sviluppo ha finanziato negli ultimi anni circa cento iniziative di questo tipo, sull'informazione e l'educazione allo sviluppo. Vorrei anche sottolineare che, come risulta agli atti del nostro Ministero, il progetto «Forse Dio è malato» è stato segnalato al Ministero degli affari esteri dal Ministero dei beni culturali, come opera di interesse culturale nazionale, nell'ottobre del 2005.


Ipotesi di privatizzazione della Fincantieri

MASSIMO D'ALEMA, Vicepresidente del Consiglio dei ministri.
Signor Presidente, condivido anch'io l'opinione che gli interroganti hanno qui riportato, secondo la quale la società Fincantieri ha dimostrato una notevole capacità di posizionarsi in segmenti di mercato meno esposti alla concorrenza di paesi asiatici e che è una società che ha ottenuto grandi successi nei suoi segmenti di mercato perché ha acquisito competenze in termini di design, tecnologia, gestione di processi complessi, personalizzazione del prodotto. Essa è dunque oggi una società italiana il cui posizionamento strategico è particolarmente favorevole, che si riflette anche in un andamento economico solido e positivo con un fatturato in crescita e un margine operativo risultato superiore ai 100 milioni di euro in tutti gli ultimi esercizi.
Il Governo, allo stato attuale, non ha assunto alcuna decisione sulla possibilità di aprire al mercato il capitale di Fincantieri, né esistono orientamenti in proposito. Sono state formulate invece proposte ed ipotesi da parte di intermediari finanziari italiani ed esteri, la maggior parte delle quali prevedono una possibile quotazione in borsa di una società che, essendo positiva, potrebbe ottenere in borsa senza dubbio le risorse finanziarie di cui Fincantieri ha bisogno per il suo sviluppo. Tale operazione non preluderebbe necessariamente, nel caso in cui il Governo accedesse a tale ipotesi, ad una perdita di controllo da parte dello Stato, che potrebbe rimanere azionista di controllo, considerata la valenza strategica di Fincantieri per la nostra industria della difesa. Tuttavia, al momento nessun iter è stato avviato.
Al di là di teoriche ipotesi di privatizzazione, dunque, ciò che è fondamentale è che la società elabori un piano industriale.
In esso devono essere evidenziate sia le prospettive aziendali connesse all'innovazione e al rafforzamento del business esistente, sia nuove iniziative, in particolare legate alla rete di cantieri di ammodernamento e di riparazione, nonché un'attenta valutazione sotto il profilo dell'entità e della diversificazione delle risorse finanziarie necessarie.
Si aggiunge, infine, che il Governo ha convocato per domani alle 9,30 i sindacati di Fim, FIOM e UILM e i sindaci delle città cantieristiche interessate, al fine di poter congiuntamente analizzare le tematiche più rilevanti legate alle prospettive di sviluppo delle attività di Fincantieri.


Linea politica del Governo in materia di telecomunicazioni e di occupazione

MASSIMO D'ALEMA, Vicepresidente del Consiglio dei ministri.
Signor Presidente, come loro sanno, il Ministero delle comunicazioni è legato alla società Poste Italiane Spa da un contratto di programma, che assicura al ministero una potestà di vigilanza per verificare il corretto espletamento del servizio universale, ma non consente al Governo di intervenire nella gestione aziendale.
L'azienda, quindi, organizza le proprie risorse secondo logiche imprenditoriali ritenute opportune, al fine di raggiungere un duplice risultato: offrire un servizio efficiente all'utenza ed avere una gestione economicamente equilibrata.
In tale ottica, la società Poste italiane ha introdotto nel tempo cambiamenti della propria struttura. D'altro canto, il Governo non può imporre alla società di mantenere invariata la propria organizzazione.
Le osservazioni critiche riguardanti scelte gestionali di Poste italiane, pertanto, non possono determinare interventi da parte del Governo, laddove non si verifichino effetti negativi sull'espletamento del servizio universale.
Ciò premesso, per quanto concerne la situazione siciliana, la società Poste italiane ha precisato che, a seguito di un accordo raggiunto con le organizzazioni sindacali nel settembre ultimo scorso a livello nazionale, anche la regione siciliana è stata interessata, nel quadro di un più vasto programma di ristrutturazione del settore in ambito nazionale, da una riorganizzazione delle zone di recapito in una percentuale, peraltro, inferiore a quella di altre regioni. Si tratta di un generale processo di riorganizzazione in corso.
Sotto il profilo occupazionale, l'attuazione del nuovo assetto, secondo le Poste italiane, non dovrebbe produrre ripercussioni negative; come, del resto, nessun effetto negativo risulterebbe sia stato determinato da altri processi già realizzati, quali, ad esempio, la chiusura del centro unificato automazione servizi di Palermo, finalizzato al miglioramento della lavorazione dei bollettini di conto corrente.
Anche in tale occasione, infatti, il progetto di ristrutturazione ha formato oggetto di confronto con le organizzazioni sindacali locali ed è terminato con la sottoscrizione di un accordo in base al quale si è proceduto alla ricollocazione delle unità interessate dal processo riorganizzativo nell'ambito della stessa città di Palermo.
Quindi, le Poste italiane intendono procedere alla loro ristrutturazione, ma offrono garanzie dal punto di vista dell'impatto occupazionale.


Posizione del Governo sulla realizzazione della tratta ad alta velocità Torino-Lione

MASSIMO D'ALEMA, Vicepresidente del Consiglio dei ministri.
A nome del Governo, confermo che la realizzazione della nuova tratta ferroviaria Torino-Lione riveste per noi un carattere prioritario. Per quanto riguarda i finanziamenti europei destinati all'opera, si fa presente che il coordinatore europeo per il progetto, la signora Loyola de Palacio, nella propria relazione annuale di attività, ha affermato che l'opera in questione potrebbe beneficiare di un sostegno equivalente al 20 per cento del costo della sezione transfrontaliera franco-italiana, pari, per il periodo 2007-2013, a circa un miliardo di euro. Vorrei dire anche che, a conclusione del vertice italo-francese del 24 novembre scorso, è stata sottoscritta dai ministri delle infrastrutture dei due paesi una lettera congiunta di richiesta del contributo finanziario in esame. Quindi, per quanto riguarda i finanziamenti europei, abbiamo avviato le procedure per non perderli.
Condizione naturalmente di tale finanziamento è la garanzia delle autorità italiane di fare il tutto il possibile, nei tempi più rapidi, per trovare soluzione alle difficoltà incontrate nella Valle di Susa, oltre che la garanzia di un sussidio pari al 10 per cento del costo totale delle sezioni di accesso francese e italiana alle gallerie di base, circa 237 milioni di euro per la parte italiana. Su questi punti, sono in corso valutazioni e analisi, con l'obiettivo di definire tempi rapidi e, congiuntamente alla parte francese, una proposta comune per il finanziamento dell'opera.
Per quanto riguarda le preoccupazioni espresse in merito all'opposizione al progetto da parte di una parte della popolazione della Val di Susa, si conferma che, proprio allo scopo di corrispondere all'impegno richiesto relativamente ai tempi di conclusione, è già in corso di affidamento lo studio di impatto ambientale dell'intera opera da parte del promotore dell'opera stessa. Una volta conclusa la valutazione di impatto ambientale, la conferenza dei servizi, la cui ultima riunione si è tenuta lo scorso 12 ottobre, potrà pronunciarsi in via definitiva. A tale riguardo, preme evidenziare che il Ministero delle infrastrutture ha sempre ribadito l'assoluta rilevanza dell'opera, quale occasione di sviluppo economico e sociale dei territori interessati. Inoltre, anche al fine di valutare tutte le ipotesi e di ricercare le soluzioni condivise, nella conferenza dei servizi, tenutasi il 27 novembre scorso, si è deciso di indire per il 5 dicembre prossimo venturo una preconferenza per un primo esame dell'ipotesi alternativa di tracciato, denominata Destra Dora - Val Sangone, mentre i lavori della stessa conferenza sono stati aggiornati al 15 dicembre prossimo venturo, per l'avvio della discussione sulle opzioni di tracciato poste a base di uno studio di impatto ambientale.
Dunque, credo di poter dire che il Governo ha avviato tutte le procedure, perché, in tempi rapidi, si possa decidere sul tracciato, o procedere sul tracciato originariamente individuato, sulla base di un nuovo studio di impatto ambientale, oppure procedere nella direzione alternativa che oggi è all'esame dell'autorità competenti. Comunque, intendiamo rispettare i tempi necessari per non perdere i contributi europei.


Intendimenti del Governo circa l'impegno delle truppe italiane nelle missioni internazionali di pace, con particolare riferimento alla presenza italiana in Afghanistan

MASSIMO D'ALEMA, Vicepresidente del Consiglio dei ministri.
Signor Presidente, credo che sia piuttosto semplice spiegare qual è l'orientamento del Governo. In Afghanistan abbiamo quasi 2 mila militari, per essere precisi 1.938 allo stato attuale. Tra i paesi della NATO siamo uno di quelli che contribuisce con il numero più alto di militari alla missione NATO in Afghanistan, su mandato delle Nazioni Unite. Tenderei ad escludere che il Presidente Bush o il Segretario generale della NATO volessero sferzare l'Italia. Mi sembra una polemica giornalistica dovuta ad un certo masochismo nazionale, secondo cui ci piace essere sferzati. Sinceramente non credo che vi sia alcun motivo di sferzare l'Italia che, a differenza di moltissimi altri paesi membri della NATO che in Afghanistan hanno una presenza puramente simbolica, si è impegnata e si impegna tuttora con un numero assai elevato di militari che garantiscono la sicurezza nella zona ovest di quel paese, nella provincia di Herat e in parte nella zona di Kabul.
Ritengo - e questa è l'opinione del Governo - che la presenza militare italiana in Afghanistan debba essere mantenuta. La mia opinione è che la comunità internazionale non può lasciare l'Afghanistan al controllo dei talebani, anche se questo richiederà una presenza significativa e per un tempo non breve in quel Paese.
A conclusione del vertice della NATO, proprio in queste ore, giunge la notizia che diversi paesi - che invece non avevano soldati in Afghanistan - sembrerebbero orientati ad inviare dei contingenti. È evidente che gli appelli hanno raggiunto i destinatari veri, che evidentemente non eravamo noi, ma quei paesi che i soldati non li hanno mandati.
Tuttavia, è anche evidente - lo dicono i dati, il deterioramento della situazione, l'aumento della violenza, del numero dei morti - che occorre un ripensamento della strategia complessiva; in particolare, appare evidente che in Afghanistan il risultato di stabilizzare il paese e le istituzioni democratiche di quel paese non può essere raggiunto soltanto attraverso l'azione militare e che occorre moltiplicare l'impegno civile, economico ed umanitario di tutta la comunità internazionale.
È un errore considerare l'Afghanistan una missione della NATO. La NATO svolge un'azione militare sotto mandato delle Nazioni unite, ma la stabilizzazione dell'Afghanistan è una missione dell'intera comunità internazionale. In questo senso, abbiamo avanzato la proposta di una conferenza internazionale per l'Afghanistan che coinvolga i paesi vicini e le istituzioni internazionali. Analogamente, il Presidente Chirac ha parlato di un gruppo di contatto che riprenda le fila di un'azione politica.
Dunque, permanenza del nostro contingente, ma rinnovata azione politica, perché solo con la forza delle armi non si ottiene né pacificazione né stabilità!


Misure volte a garantire lo sviluppo dell'aeroporto di Malpensa

MASSIMO D'ALEMA, Vicepresidente del Consiglio dei ministri.
Signor Presidente, in effetti, credo che nessuno possa negare le difficoltà economiche della compagnia di bandiera che, d'altro canto, non sono un frutto recente delle dichiarazioni dell'attuale Governo, ma sono un frutto che si è venuto maturando nel corso degli anni, senza che vi si ponesse rimedio anche da parte di più brillanti precedenti amministrazioni.
Siamo alle prese con questa difficoltà ed è evidente che il Governo, nella sua qualità di azionista, si muova sia nel senso di incoraggiare la ricerca di alleanze internazionali strategiche sia nel senso di valutare la possibilità di ricorrere anche ad eventuali investitori o partner italiani, disponibili a ricapitalizzare, sulla base di un nuovo piano industriale, la società, dato che, come è evidente, non lo può fare l'azionista pubblico che incorrerebbe nelle sanzioni dovute all'inosservanza delle regole europee.
Il Governo ha chiesto anche alle organizzazioni sindacali tre mesi di tempo, che sostanzialmente scadono entro il 31 di gennaio, ed entro quella data dovranno essere assunte le scelte definitive riguardanti il futuro dell'Alitalia.
Fino a quel momento, è naturale che si facciano ipotesi, illazioni, ma credo che il Parlamento non sia il luogo per fare ipotesi o illazioni.
Il Governo, tuttavia, ha avviato una procedura per affrontare questo problema che, come diversi altri, non erano stati affrontati nel corso degli anni precedenti e che, invece, ora, come giustamente si incalza, bisogna affrontare al più presto.
In questo quadro, vorrei assicurare che una politica nazionale del trasporto aereo non può che riconoscere il ruolo di Malpensa. Ritengo che l'ipotesi più ragionevole sia quella di guardare a Malpensa e a Fiumicino e al loro possibile ruolo complementare di aeroporti internazionali. Penso, altresì, che si debba guardare alla necessità di potenziare i grandi aeroporti di interesse nazionale rispetto al quadro di sistemi aeroportuali nazionali, favorendo l'ottimizzazione del traffico sia nella logica degli hub sia in quella che sempre più si sta sviluppando di un trasporto point to point, come si dice.
Vorrei ricordare, inoltre, per rispondere ad una preoccupazione di fondo, che l'attuale Governo non ha alcuna volontà di penalizzare Malpensa o il nord. Mi sia consentito di ricordare che fu il Governo da me presieduto che destinò, nel marzo del 1999, l'ultimo grande finanziamento -5.280 miliardi di lire - per le opere necessarie per l'accessibilità di Malpensa.
Successivamente, in Governi molto più orientati al nord, simili finanziamenti non si sono ripetuti, mentre, invece, si dovrebbe riflettere sul modo in cui sono stati utilizzati quei fondi, al fine di risolvere i problemi che effettivamente hanno ostacolato la piena valorizzazione dell'aeroporto di Malpensa


Sicurezza dei voli Alitalia

MASSIMO D'ALEMA, Vicepresidente del Consiglio dei ministri.
Come è noto, l'Ente nazionale per l'aviazione civile svolge in Italia il ruolo di autorità dell'aviazione civile ed esegue il controllo costante e rigoroso sui comportamenti operativi di tutti i vettori sotto la propria vigilanza, in linea con quanto previsto dagli standard internazionali ed europei per la sicurezza aerea. L'ENAC interviene, quindi, nei confronti di tutte le compagnie italiane, senza nessuna distinzione, indirizzando, correggendo ed eventualmente sanzionando comportamenti non conformi a tali standard al fine di tutelare il trasporto dei passeggeri. Vorrei assicurare tutti gli utenti che tali controlli sono effettuati con un programma di vigilanza continua che garantisce la massima sicurezza del volo. Inoltre, non solo tutti i vettori sono tenuti alla più scrupolosa osservanza di quanto indicato dall'ENAC, ma risulta che l'Alitalia osservi in maniera molto attenta i suddetti criteri ed obblighi.
Anche l'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo, in posizione di terzietà rispetto al sistema dell'aviazione civile, è preposta dalla legge allo svolgimento di inchieste tecniche. Nei casi segnalati dall'onorevole Fabris l'Agenzia ha provveduto ad avviare le opportune procedure per lo svolgimento della propria attività investigativa.
Per quanto riguarda la mancata pubblicazione sulla stampa degli eventi di cui è cenno nell'atto, si fa presente che tale aspetto non rientra nella competenza del Ministero. Tuttavia, l'esito delle attività investigative viene reso noto periodicamente secondo procedure previste in un bollettino pubblicato su Internet e, quindi, accessibile a tutti gli organi di informazione. Pertanto, non vi è alcuna segretezza su tali controlli, ma anzi essi vengono per legge resi noti attraverso un sistema che li rende accessibili a tutti gli utenti ed a tutti gli organi di informazione.


Misure volte a valorizzare la funzione dell'artigianato

MASSIMO D'ALEMA, Vicepresidente del Consiglio dei ministri.
Signor Presidente, ringrazio gli interroganti che, nel testo scritto, hanno voluto puntualmente ricordare le misure contenute nella legge finanziaria a favore dell'artigianato; per così dire, li ringrazio anche a nome del ministro Padoa Schioppa.
Con riferimento alle misure ulteriori, il Governo intende procedere all'adozione dei seguenti criteri di priorità di selezione delle iniziative ammesse ai benefici per tutte le misure di sostegno delle attività produttive - ivi compresi i nuovi progetti di innovazione industriale previsti dalla finanziaria - sulla base del criterio che tende a premiare l'innovazione di prodotto e/o di processo, l'aggregazione tra imprese e tra reti, il sostegno alla crescita dimensionale della singola impresa, il potenziamento ed il miglioramento dei servizi di orientamento strategico e la formazione di risorse professionali per le imprese.
Il Governo intende assumere misure finalizzate a sostenere interventi per lo sviluppo e l'accrescimento dell'efficienza delle piccole e medie imprese operanti nei distretti produttivi, nelle aree che sono in relazione economica con esse, nelle reti di impresa, nei sistemi produttivi locali.
Il Governo intende individuare un nuovo strumento giuridico a sostegno delle reti di impresa; il Governo intende altresì promuovere specifici interventi per rimuovere gli ostacoli di ordine burocratico e altri elementi di distorsione della competitività attraverso la definizione di misure tese alla conservazione del patrimonio dell'impresa, l'adozione di provvedimenti che limitino l'indebitamento, l'individuazione di agevolazioni a tutela del patrimonio dell'impresa in sede di passaggio generazionale di attività, la definizione di criteri attuativi degli incentivi fiscali previsti dalla finanziaria per il 2007, l'introduzione di un meccanismo di perequazione del costo dell'energia gravante sui servizi acquisiti dalle imprese e la promozione del coordinamento per la semplificazione degli adempimenti burocratici anche in materia ambientale secondo linee guida di seguito indicate, l'abolizione di obblighi di invii, notifiche e comunicazioni alla pubblica amministrazione da ritenere superati o eccessivi, l'abolizione dell'obbligo di tenuta dei registri - che rappresenta una duplicazione di adempimenti - e annotazione di dati.
Come appare chiaro, noi intendiamo sostenere l'impresa minore, favorendo processi di innovazione ed economie di scala - anche assicurando il sostegno alle reti di impresa -, semplificando gli obblighi burocratici e attraverso specifiche misure in grado di aprire alle imprese minori i mercati finanziari, attraverso fondi di private equità e attraverso altri strumenti di sostegno pubblico.
Dunque, non si persegue la volontà di colpire l'impresa minore; semmai, si intende aiutare l'impresa minore come sistema ad affrontare le nuove sfide della competitività internazionale.


Contenuti di un'intervista rilasciata dall'ex agente del KGB Limarev

MASSIMO D'ALEMA, Vicepresidente del Consiglio dei ministri.
Signor Presidente, come possono immaginare i colleghi deputati, evidentemente la vicenda si presenta piuttosto sgradevole, anche dal punto di vista di chi risponde all'interrogazione, in quanto negli ultimi mesi abbiamo assistito al ripetersi di episodi che farebbero pensare che durante gli scorsi anni, tra controlli telefonici, predisposizione di dossier ed indagini non autorizzate sulla vita delle persone, sia avvenuta una serie di fatti piuttosto sgradevoli e che poco hanno a che fare con le abitudini di un paese democratico quale il nostro.
Detto questo, il Governo non intende indagare su queste vicende, non è nei suoi poteri, né nelle sue intenzioni, salvo che per un punto che è stato chiaramente indicato nell'interrogazione, ossia per accertare se Scaramella abbia - o abbia avuto - rapporti con i servizi segreti, i quali effettivamente dipendono dal Governo.
Risulta, sulla base degli accertamenti compiuti dai responsabili sia del SISDE,
Pag. 40sia del SISMI, che lo Scaramella non ha avuto né ora, né nel passato alcun rapporto organico con i servizi segreti italiani, salvo che l'interessato ha, in due occasioni, contattato dirigenti del SISDE. Ma, in considerazione di elementi informativi precedentemente acquisiti, il SISDE stesso ha invitato lo Scaramella a desistere dal ricercare ulteriori contatti con tale servizio.
Perché mai, poi, questo soggetto - il quale, sulla base di elementi acquisiti, era stato invitato a desistere dall'avere contatti con i servizi segreti italiani - fosse il principale collaboratore del presidente di una Commissione parlamentare è cosa che lasciamo al giudizio popolare valutare.
Spetta al Parlamento, se lo vuole - ma io non sono qui per invitare nessuno -, promuovere eventuali approfondimenti di tali questioni, o alla magistratura, nella misura in cui essa ne è investita dai compiti che le competono. Il Governo non svolge indagini, ma cerca di governare il paese!


Posizione del Governo sulle misure da varare per risanare i conti pubblici e per ridurre il deficit

MASSIMO D'ALEMA, Vicepresidente del Consiglio dei ministri.
Signor Presidente, sul tema della liberalizzazione dei mercati e della eliminazione delle rendite corporative, che danneggiano le nuove generazioni ed ostacolano anche lo sviluppo di un'economia maggiormente competitiva nel nostro paese, il Governo ha innanzitutto avviato il suo lavoro adottando le decisioni del cosiddetto decreto Bersani, varato l'estate scorsa, ed intende procedere con passo accelerato.
Ricordo che sono già all'esame del Parlamento numerosi provvedimenti che vanno in tal senso e sui quali contiamo di ottenere il più vasto consenso, oltre che, naturalmente, il sostegno della maggioranza.
Il disegno di legge in materia di energia, che è stato il primo atto importante del Governo, rappresenta un ulteriore passo per la liberalizzazione di un settore strategico per la competitività del paese.
Ricordo il disegno di legge sui servizi pubblici locali; il disegno di legge sul sistema radiotelevisivo che contiene norme finalmente volte a favorire la concorrenza e a combattere la concentrazione in questo delicato settore; il disegno di legge sulla semplificazione amministrativa; il disegno di legge sulla class action che introduce nel nostro ordinamento uno strumento di tutela collettiva. Quest'ultimo è certamente perfettibile, ma rappresenta una soluzione italiana, cioè non copiata da modelli anglosassoni, e dovrebbe consentire di tutelare i consumatori e di risarcirli di fronte a soprusi di piccola entità che oggi non hanno alcuna possibilità di rimedio.
Il Governo sta poi lavorando alla realizzazione di un'altra importante riforma, decisiva e a lungo rinviata: quella dei servizi professionali. Si tratta di una legge impegnativa che l'Europa ci sollecita e che richiederà un grande ed approfondito dibattito in Parlamento.
Dunque, per quanto riguarda il sistema previdenziale, il Governo ha annunciato, sulla base di un documento sottoscritto dai sindacati, l'apertura di un tavolo negoziale con l'obiettivo di arrivare, entro la primavera, ad una proposta per il completamento della riforma previdenziale. Per una maggiore precisione voglio tuttavia chiarire un aspetto, dati i riferimenti di carattere più politico che sono stati fatti. Io ho detto più volte - e l'ho ribadito anche nell'intervista alla quale lei fa riferimento - che liberalizzazioni e completamento della riforma delle pensioni sono necessità per il nostro paese. Infatti, ho detto - e nelle sue osservazioni vi è una piccola, ma fondamentale omissione - che non è solo su questo piano che si misura la capacità riformatrice del Governo. Credo che oltre alle liberalizzazioni e al completamento della riforma previdenziale, noi dobbiamo dare impulso a politiche attive, in particolar modo nel campo della ricerca, della formazione e nel campo del rafforzamento del sistema industriale del paese, che non sono meno necessarie delle politiche di liberalizzazioni e di riduzione dei costi del sistema previdenziale.
Dunque, in verità, non ravvedo questo contrasto strategico tra i due Vicepresidenti del Consiglio, né mi sento - e la ringrazio di questa accusa che mi fa tornare giovane di molti anni -, esponente della parte più radicale del paese. Tuttavia, non la considero un'offesa, ma una considerazione politica, a mio giudizio, inesatta


Misure volte al risanamento ambientale dell'area del Clitunno e a garantire la sicurezza dei lavoratori
MASSIMO D'ALEMA, Vicepresidente del Consiglio dei ministri.
Signor Presidente, vorrei unirmi, innanzitutto, alle parole dell'interrogante nell'esprimere il cordoglio del Governo - già lo hanno fatto altri colleghi - per il grave incidente sul lavoro avvenuto a Campello sul Clitunno, nel quale hanno perduto la vita il titolare di un oleificio e tre dipendenti dell'impresa. È evidente che questa ennesima tragedia del lavoro deve rappresentare l'occasione, non tanto per inutili passerelle - anche se, in momenti come questi, è giusto che le autorità dello Stato siano presenti ed esprimano la loro solidarietà ed il loro cordoglio -, ma per concreti impegni. Tali impegni non mancheranno da parte del Governo, insieme a tutte le amministrazioni coinvolte e alle autorità regionali, sia dal punto di vista del sostegno concreto ai familiari delle vittime, sia allo scopo di affrontare la specifica situazione che si è creata. Credo, soprattutto, che questa nuova tragedia richiami la nostra attenzione sulla necessità di una azione concreta ed efficace per prevenire e combattere il rischio di tragici incidenti sul lavoro e per combattere l'illegalità e lo sfruttamento in ogni forma, colpendo le molte elusioni che sono alla base di un ambiente di lavoro meno sicuro e maggiormente esposto agli infortuni.
Con il pacchetto sicurezza contenuto nelle cosiddette misure Visco-Bersani, sono state introdotte nell'ordinamento norme severe che rappresentano un vero e proprio punto di svolta nella gestione della sicurezza, in particolare nei settori più esposti. Nel codice degli appalti, i ministri Di Pietro e Damiano hanno concordato l'inserimento di specifiche norme che evitino le approssimazioni e le indebite economie che ricadono sulla pelle dei lavoratori e delle lavoratrici. Con il disegno di legge finanziaria, in corso di approvazione, si stanno introducendo norme che combattono il lavoro nero, inaspriscono le sanzioni per chi è inadempiente rispetto alle misure di sicurezza previste e premiano, invece, il rispetto delle regole, mediante una riduzione degli oneri assicurativi INAIL per le imprese virtuose.
Sempre nel disegno di legge finanziaria si ridefiniranno i parametri di calcolo del cosiddetto danno biologico, per una più giusta valutazione degli effetti di malattie ed infortuni sulla salute delle vittime.
Nelle prossime settimane il Governo intende presentare un disegno di legge di delega per il riordino di tutta la disciplina sulla sicurezza e la salute dei lavoratori e i principi cardine saranno quelli europei, in quanto vogliamo che in Italia vi sia civiltà e legalità nei luoghi di lavoro.
A gennaio, infine, il Governo lancerà una grande iniziativa nazionale per la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro, con il sostegno della Presidenza della Repubblica che, in questi mesi, ha incessantemente incoraggiato le istituzioni per una più vigile ed efficace azione di prevenzione e di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori.

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