Discorso
24 ottobre 2007

Simposio italo-statunitense sulla proprietà intellettuale


Nel corso dell'ultimo decennio, le tematiche connesse alla tutela della proprietà intellettuale hanno assunto un peso crescente nelle dinamiche del commercio e dell’economia internazionale.

I processi di globalizzazione hanno determinato un’accelerazione senza precedenti dal lato dei movimenti sia delle merci che dei capitali: da una parte, la moltiplicazione degli investimenti all’estero, dall’altra l'apertura agli scambi globali di aree geografiche che erano in precedenza escluse o confinate ai margini dei mercati. In entrambi i casi le imprese, per cogliere appieno le opportunità offerte dalle nuove dinamiche e dalle realtà economiche emergenti, hanno bisogno di certezza sotto il profilo giuridico. Ciò implica la necessità di una forte tutela – nazionale ed internazionale – dei propri brevetti, marchi, design, indicazioni geografiche e diritti d'autore. E tale esigenza si scontra con una pluralità di sistemi nazionali e con le conseguenti profonde differenze relative a norme, standard, procedure e criteri di enforcement.

Al tempo stesso, la globalizzazione - che non genera solo processi virtuosi - ha fatto registrare l'esplosione della contraffazione internazionale, estesasi dai beni di consumo, inclusi i giocattoli, ai settori più disparati quali il farmaceutico-sanitario e il meccanico, determinando - da un lato - pesanti danni a carico di migliaia di aziende e perdite di gettito erariale e - dall’altro - gravi rischi per la sicurezza del consumatore e per la sanità pubblica. In parallelo, è cresciuto a dismisura il coinvolgimento della criminalità organizzata, attratta dal favorevole rapporto costi/benefici rispetto ad altre attività delittuose.

Inoltre, le nuove tecnologie dell’informazione (Internet su tutte) hanno agevolato la diffusione della conoscenza su scala globale, ma anche la diffusione planetaria della pirateria multimediale, mettendo a rischio le industrie musicali, cinematografiche e del software e, in ultima analisi, le stesse connotazioni fondamentali del diritto d'autore e degli standard di creatività.

Secondo le stime dell'OCSE, il commercio internazionale in beni contraffatti e falsificati ha raggiunto nel 2005 la percentuale del 2% del commercio mondiale, pari a circa 176 miliardi di dollari. Tale computo non tiene peraltro conto né della contraffazione nei mercati interni, né delle vendite di prodotti "piratati" (che rappresentano una quota sempre maggiore delle transazioni complessive anche in questo peculiare comparto) attraverso Internet.

All'origine di tale involuzione vi è senza dubbio anche l'obsolescenza della normativa internazionale - sostanzialmente rappresentata dall'Accordo TRIPS del 1994, tredici anni fa che sembrano anni-luce viste le trasformazioni così profonde prodottesi nel frattempo - e l'inadeguatezza degli strumenti normativi e sanzionatori interni, ivi inclusi i meccanismi di enforcement in molti Paesi.

In sintesi, la tutela della proprietà intellettuale e la lotta a contraffazione e pirateria richiedono oggi un impulso rinnovato, più determinato e concertato, a livello sia interno che internazionale.

L’Italia è fortemente impegnata su questo fronte e debbo dire che lo è costantemente da anni, al di là dei diversi Governi che si sono avvicendati. In concreto, l'Italia ha approntato vari strumenti, che i partecipanti alla successiva tavola rotonda potranno approfondire in maggiore dettaglio, fra i quali segnalo in particolare:

una serie di norme che hanno posto l’assetto legislativo italiano all’avanguardia in Europa in tema di prevenzione e contrasto della contraffazione e della pirateria, che ci apprestiamo comunque a migliorare ulteriormente; l’istituzione dell’Alto Commissariato contro la contraffazione e la pirateria, oggi nella persona dell’On. Kessler, responsabile, tra l’altro, del monitoraggio complessivo del fenomeno nonché dell’orientamento del settore privato contro le pratiche commerciali sleali; l’attivazione, in corso proprio in queste settimane, di quattordici “Desk anticontraffazione” in altrettanti Uffici dell’ICE all’estero al fine di fornire servizi di assistenza tecnica ed operativa ad hoc alle aziende italiane; un forte rafforzamento dei poteri dell’Agenzia italiana delle Dogane; la creazione, nell'assetto organizzativo della Magistratura italiana, di dodici Sezioni presso le sedi di Tribunali e di Corti di Appello, specializzate in materia di reati contro la proprietà intellettuale; l'intensificazione dell’attività negoziale della Farnesina nei consessi internazionali, fino alla recentissima firma di uno specifico accordo bilaterale di cooperazione tra Italia e l'Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale delle Nazioni Unite (OMPI), che prevede, tra l'altro, il finanziamento di attività sulla tutela della Proprietà Intellettuale in Italia ed all'estero.
I negoziati internazionali in questa materia sono tra i più complessi, a causa della diversità delle concezioni giuridiche e degli interessi economici in gioco, in particolare tra i Paesi industrializzati quelli in via di sviluppo. Quest'anno, l'Italia ha tenuto a Ginevra la Presidenza del Gruppo occidentale nell'Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale e si è impegnata in una non facile mediazione tra i diversi approcci, ottenendo alcuni rilevanti risultati, quale l'intesa tra Paesi industrializzati e i Paesi in via di sviluppo sulla "Agenda per lo Sviluppo" dell’OMPI WIPO. Nel 2008, la Presidenza verrà assunta dagli Stati Uniti, cui forniremo una intensa e franca collaborazione.

Tra Italia e Stati Uniti i rapporti economici e commerciali sono, come è ben noto, eccellenti, anche se gli investimenti reciproci sono purtroppo assai lontani dal potenziale, per una serie di complesse ragioni, che in gran parte esulano dalle questioni di cui ci occupiamo oggi e sulle quali quindi non mi soffermo.

Esiste tuttavia il problema della iscrizione dell’Italia, da oltre un decennio, nella “Watch List” dello "Special Report 301" dell'United States Trade Representative. Questo nostro Simposio, insieme al Ministro Mastella e al Vice Presidente Mancino, intende anche perseguire soluzioni praticabili, ora e subito, per affrontare una problematica che non sottovalutiamo e che, fra l’altro, penalizza alcune nostre esportazioni negli Stati Uniti, oltre a recare un evidente danno di immagine al nostro Paese. Anche per questo, emerge la necessità di sostenere maggiormente, in tutte le sedi, l'azione della nostra Magistratura e delle nostre Forze di Polizia.

Il Ministro Mastella e il Vice Presidente Mancino approfondiranno la materia nell’ottica delle rispettive responsabilità. Da parte mia, desidero aggiungere l’impegno per una serie organica di azioni volte a contrastare il fenomeno; una sorta di piano d’azione che coinvolga sempre di più anche gli operatori privati, sia quelli italiani, sia coloro che rappresentano interessi economici stranieri in Italia.

Questo è un tema – quello della collaborazione pubblico/privato – sul quale possiamo e dobbiamo fare di più anche nel campo della lotta a contraffazione e pirateria. Abbiamo infatti imparato dalle esperienze di altri Paesi, nostri importanti partner commerciali, come il contrasto ad un fenomeno così complesso ed invasivo non possa fare capo esclusivamente alla responsabilità delle Istituzioni.

E' infatti necessario un apporto da parte di coloro - e mi riferisco specificamente al mondo delle imprese, ma anche alla parti sociali e ai consumatori - che di questo fenomeno sono più direttamente partecipi. Gli stessi sviluppi della tecnologia - la rete Internet, la digitalizzazione, l’interattività crescente di comunicazioni e transazioni - spingono verso un simile approccio. Compito delle Istituzioni deve essere quello di trovare la cornice normativa e politica idonea, affinché questa collaborazione non sia occasionale ma si esplichi in maniera sistemica. Per ciò che riguarda le mie competenze, farò sicuramente la mia parte.

In questa ottica, mi farò carico di coinvolgere le altre Istituzioni italiane interessate per promuovere assieme, nelle rispettive competenze, una forte azione sul lato della domanda, cioè per far comprendere meglio all’opinione pubblica italiana cosa significhi la protezione della proprietà intellettuale e quali profondi danni stiano subendo il nostro sistema economico, il nostro tessuto culturale e la stessa nostra convivenza civile, a causa dei fenomeni della contraffazione e della pirateria.

Nella sfera dei rapporti internazionali, continueremo nel nostro fattivo impegno volto ad una incisiva evoluzione della normativa in materia.

Sul piano diplomatico, il processo di dialogo con i cosidetti BRICS - Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa, ma io vi aggiungo anche Paesi come Messico, Indonesia, Corea, Egitto - avviato dal G8 con la recente dichiarazione del Vertice di Heiligendamm, offre un comune percorso, con l’ausilio dell’OCSE, per l’evoluzione di un quadro normativo ormai largamente insufficiente.

Non mi sottraggo qui alla constatazione che, per favorire un migliore approccio da parte di questi Paesi sulla necessità di un cambiamento in meglio della normativa internazionale, sarà anche necessaria una maggiore disponibilità da parte nostra, cioè dei Paesi cosiddetti industrializzati, a recepire alcune delle legittime preoccupazioni ed istanze dei Paesi emergenti, soprattutto in materia di tutela delle risorse genetiche e delle conoscenze tradizionali.

Sono al corrente del fatto che i nostri amici americani stanno studiando la possibilità di un negoziato su base intergovernativa per varare una nuova convenzione internazionale contro contraffazione e pirateria, impostata essenzialmente sul concetto di enforcement. Si tratta di una proposta che seguiamo con attenzione, anche per le evidenti implicazioni che tale progetto avrebbe sulle competenze nazionali e sovrane in materia, che sono tuttora - come noto - ampiamente predominanti rispetto a quelle comunitarie ed internazionali.
L’auspicio è che dai vari processi negoziali, attivando le opportune complementarietà, possa essere sbloccato lo stallo in cui da anni versano le trattative internazionali, per arrivare ad un regime globale di tutela della proprietà intellettuale e di lotta a contraffazione e pirateria.

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