(DIRE) Roma, 11 set. - La generazione di Massimo D'Alema non ha
sofferto per la caduta del Muro di Berlino. Lo dice lo stesso
D'Alema, ospite della festa di Atreju, ricordando i giorni in cui
cadde la barriera tra le due Berlino. "Noi siamo stati contenti-
dice D'Alema- perche' per noi era la fine di qualcosa che non
abbiamo mai percepito come qualcosa che avesse a che fare con i
nostri ideali". A tal proposito l'ex premier ricorda una frase di
Michail Gorbaciov. "Una sera mi e' capitato di restare a cena con
Michail Gorbaciov e con la moglie- ricorda- La signora Gorbaciova
parlava molto male della Russia di Eltsin. Io con una battuta
dissi: 'Se queste sono le conseguenze, non siete pentito'". Lui
mi diede una risposta serissima: 'Qualsiasi cosa sarebbe venuta
dopo, quel mondo andava abbattuto perche' era un danno enorme per
la sinistra'".
D'Alema aggiunge: "Io la penso esattamente cosi': 'qualsiasi
cosa sarebbe successa dopo, quel mondo andava tolto di mezzo'.
Noi del Pci- osserva ancora- siamo stati una parte molto
singolare del movimento comunista". A tal proposito l'ex premier
ricorda l'esperienza del '68. "Io il 21 agosto del 1968 ero a
Praga. Fui li' quando entravano i carriarmati sovietici. Andai in
piazza a fare manifestazioni contro, e non solo: presi parte alla
forma di protesta piu' estrema: disegnai delle svastiche dietro
ai carri armati". D'Alema conclude: "Se il Pci non avesse detto:
'Noi non siamo d'accordo col modello sovietico', la mia
generazione non avrebbe mai fatto parte del Pci. Si deve capire
questo per capire con quali sentimenti noi abbiamo vissuto la
fine di un'epoca e l'inizio di un'epoca nuova. Per noi e' stata
una liberazione anche perche' siamo potuti andare al governo del
paese. Il muro di Berlino era anche per noi un muro".
(Rai/ Dire)
19:59 11-09-09