Intervista
11 maggio 2011

Intervista di Massimo D'Alema al PICCOLO di Trieste

di Giulio Garau


«Stavolta il gioco di Silvio Berlusconi non funziona più perché la sua credibilità è finita. Ha fallito nel governo del Paese portandolo al disastro». Tagliente come un rasoio lo è sempre stato Massimo D'Alema, parlamentare Pd, presidente del Comitato Parlamentare per la Sicurezza, e lo è ancor di più adesso, alla vigilia delle amministrative.
Affonda la lama e cancella con una battuta il sogno di Berlusconi sul Quirinale: «L'unica sua possibile salita al Colle è quella per dare le dimissioni». E su una alleanza "strategica" con Gianfranco Fini, leader del Fli, non dice di no: «Penso a un governo costituente per riportare le regole e fare le grandi riforme». Oggi D'Alema, dopo un blitz a Capodistria, sarà in Friuli Venezia Giulia, prima a Muggia, poi a Monfalcone e infine a Latisana e Pordenone.

Presidente D'Alema, il Friuli Venezia Giulia ha grandi aspettative sui progetti di sviluppo economico. Logistica, alta capacità, i corridoi europei, il superporto.

Con queste elezioni sono in gioco i destini di alcuni territori del paese. In Friuli Venezia Giulia la destra ha avuto un ruolo rilevante di governo e ha fallito. Non è stata in grado di valorizzare le potenzialità e le vocazioni logistiche di questa importante macroarea europea. Noi mettiamo in campo gente migliore.

Berlusconi ha trasformato le amministrative in politiche e sembra che tutto sia ridotto a «chi non è con me è contro di me».

Berlusconi si mette sempre in gioco, attira l'attenzione su di sé, ma lo fa per nascondere le magagne del centrodestra. Il gioco però non funziona più, la sua credibilità personale è profondamente incrinata. Al di là delle vicende personali ha fallito nel governo del Paese portandolo al disastro in questa crisi economica difficile dove le famiglie sono impoverite e non riescono più ad andare avanti. Uno Stato dove regnano inefficienza, corruzione e la pressione fiscale è fortissima.

Berlusconi però non sta cambiando registro, di certi problemi non parla e non c'è giorno che non attacchi i giudici.

Una campagna sovversiva quella contro i giudici e la magistratura' in nessun Paese al mondo si assiste a simili attacchi.

Tra le leggende gira anche quella del sogno di Berlusconi di salire al Quirinale per fare il presidente.

L'unica sua possibile salita al Colle è quella per dare le dimissioni da presidente del consiglio. Avrebbe dovuto farlo prima,
ancora di più adesso che la sua maggioranza al governo è cambiata.

Che alternativa può offrire il centrosinistra rispetto a Berlusconi, è in grado di dare una risposta?

Io penso di sì, in ogni caso lo diranno gli elettori. Il Pd con Pierluigi Bersani ha un progetto politico che va oltre i confini del
Centrosinistra. C'è bisogno di coalizioni ampie per ricostruire il Paese, servono regole, etica e valori condivisi. Il danno più
grave per l'Italia è stata la demolizione dei valori e dell'etica. Dobbiamo rilanciare l'economia, fare la riforma fiscale, sostenere
sviluppo ed energie rinnovabili.

Si sta parlando da tempo di un'alleanza strategica con il leader del Fli, Gianfranco Fini. La ritiene possibile?

Siccome sono profondamente convinto che il Paese ha bisogno quasi di un governo costituente, credo di sì. Accade anche in altri Paesi di assistere alla convergenza di forze politiche con posizioni diverse. Non è un'ipotesi campata in aria, ci sono molti valori che ci uniscono come la legalità. E ci può essere un impegno comune per realizzare le grandi riforme. Poi ognuno va per la sua strada.

Parliamo del caso Libia e della posizione dell'Italia: prima abbiamo temporeggiato, poi siamo "entrati in guerra" tra polemiche e distinguo.

Credo che l'intervento italiano nel conflitto libico sia stato inevitabile. Altrimenti saremmo stati considerati complici per aver assistito senza fare nulla al massacro degli oppositori di Gheddafi. Naturalmente non è questa la strategia, gli aerei non sono una soluzione per il conflitto, sarà necessaria una forte azione politica. L'isolamento internazionale e le pressioni non riusciranno da soli a sbloccare la situazione.

Secondo lei ha ragione chi sostiene che il conflitto ha aggravato la fuga da quei Paesi dei profughi e l'arrivo in Italia dei clandestini?

Non c'entra la crisi libica. La Libia è un Paese dove vivono oltre un milione di immigrati. Se non ci fosse stato l'intervento Nato ci sarebbe stata un' ondata ancora maggiore di profughi. La Lega fa solo propaganda rozza e ignorante.

E l'Europa come si è comportata?

Con lo stesso egoismo della Lega. Perché è governata dalla destra leghista che rinnega i valori di solidarietà che sono le fondamenta dell'Europa. Il problema è che il governo italiano non ha le carte in regola. Quando ci siamo lamentati perché la
Francia bloccava i profughi ai confini e li respingeva, Parigi ha replicato che aveva copiato da Maroni.

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