Discorso
14 luglio 2011

DICHIARAZIONE DI D’ALEMA A MARGINE DELL’APPROVAZIONE DELLA RELAZIONE ANNUALE DEL COPASIR<br><br>


In questi anni sono stati fatti dei passi in avanti nella riorganizzazione strutturale dei Servizi segreti e sono stati emanati molti regolamenti attuativi che riguardano questioni delicate.
I problemi e i nodi sono stati affrontati nel senso di quella maggiore trasparenza che la riforma prevede come uno dei suoi principi fondamentali, e in questo quadro si inscrive la creazione di un archivio centrale dei Servizi, presso il Dis. Noi chiediamo che questo archivio sia aperto a studiosi, storici e giornalisti, nella misura in cui la legge lo consente.
Abbiamo incontrato anche delle difficoltà. Una di queste riguarda l’audizione del presidente del Consiglio, che non è mai avvenuta. La riforma, infatti, prevede un dialogo tra Parlamento e capo del governo, ma il presidente Berlusconi si è sottratto. Questo, certamente, non ha aiutato sin qui l’attuazione della riforma.
Si sono svolte le audizioni dell’Autorità delegata, dott. Gianni Letta, ma vi sono funzioni non delegabili da parte del presidente del Consiglio, per esempio in materia di segreto di Stato. Ho proposto una soluzione per evitare questa impasse: prevedere che, una volta l’anno, il presidente del Consiglio venga a riferire sulle politiche per la sicurezza indicate dal Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica, in modo da dare a questo incontro un carattere ordinario. Questa ipotesi è stata approvata e fa parte della relazione.
Quanto al segreto di Stato, voglio ricordare che, anche sulla base della sentenza della Corte costituzionale del 2009, spetta al Copasir esprimere un giudizio sull’eventuale decisione assunta dal presidente del Consiglio. Nel passato l’organismo si è diviso. Io, ad esempio, non ho condiviso la decisione del governo di opporre il segreto di Stato a Perugia e Milano in occasione dei processi su via Nazionale e Telecom. A mio giudizio, infatti, non c’erano ragioni che sostenevano questa decisione. Su questo tema continuiamo a discutere, perché il segreto di Stato è un potere molto grande che deve essere usato con discrezione.
Infine, il regolamento del personale. Si tratta di un punto sul quale noi abbiamo preso una posizione molto ferma, perché riteniamo, come sancito nella riforma, che il reclutamento debba avvenire per concorso o attraverso meccanismi di selezione analoghi e trasparenti, non più per chiamata diretta, salvo eccezioni previste dalla legge, che comunque devono essere preventivamente trasmesse al comitato.






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