(DIRE) Roma, 13 dic. - Massimo D'Alema invita il governo a rompere "la gabbia" delle politiche di austerity europee. Intervenendo alla presentazione del libro di Giorgio Napolitano "L'Europa e il ruolo dell'Italia nel mondo", il presidente della Feps spiega che "l'Europa e' una necessita' ed e' stata anche un vincolo per correggere le storture italiane. Negli anni '90 la tassa per l'euro fu vissuta dal Paese con partecipazione e consenso. Ma oggi la situazione e' molto problematica. I vizi e le storture italiane per molti aspetti permangono. L'Europa oggi e' parte del problema piuttosto che il punto di riferimento per modernizzare il Paese". D'Alema sottolinea che "basta affacciarci ai nostri palazzi per avere un'idea di quanto sia drammatica la crisi delle politiche e di legittimita'. C'e' una crisi democratica che diventa ancora piu' drammatica quando le politiche non appaiono in grado di corrispondere ai bisogni dei cittadini". Alle elezioni europee c'e' allora "il rischio che si rafforzino le forze antieuropeiste e che il Parlamento diventi un luogo difficilmente governabile". Per dirla con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano serve "una controffensiva europeista" che passi, spiega D'Alema, "attraverso una forte azione critica e la capacita' di cambiare politics e policies europee, rispetto alle quali bisogna mettere in campo delle alternative convincenti". L'Europa, sottolinea, "e' percepita nel mondo come un elemento di freno alla ripresa internazionale e le politiche di austerita' che dominano la politica europea sono guardate in modo critico, per esempio negli Stati Uniti. E non solo gli economisti keynesiani di punta, da Stiglitz a Krugman, ma lo stesso establishment americano ad essere pesantamente critici verso il corso della politica europea". Massimo D'Alema e' fortemente critico nei confronti di chi assume la centralita' dell'economia tedesca come un dato indiscutibile. "In Europa guardiamo come a un modello la Germania, che ha l'1,5 per cento di Pil, che e' meno della meta' degli Usa. Ma se questo e' il nostro traino, io vedo la modestia del traino stesso. La Germania e' una locomotiva piuttosto lenta e questo percepito non solo in Europa ma anche fuori dall'Europa". Lo stesso "accordo programmatico della grande coalizione tedesca non mi pare granche'- dice D'Alema- C'e' un solo punto importante, quello di una politica salariale meno restrittiva in Germania che agevolera' la ripresa del mercato interno tedesco". Il presidente della Feps invita a riferirsi a "modelli di sviluppo piu' equilibrati". E sottolinea che il rientro nei parametri di Maastricht per quanto riguarda "i conti pubblici puo' essere decisa nei tempi e nei modi. E' possibile che non si consideri la crescita del Pil come un fattore fondamentale?", si chiede. E aggiunge: "Io non credo al binomio austerita' piu' riforme strutturali. E' chiaro che occorrono riforme e noi dobbiamo fare la nostra parte. Ma guardiamo agli Stati Uniti, santo cielo, la spesa pubblica, i grandi investimenti innovativi, sono il traino delle crescita americana". D'Alema propone di offrire alla Germania uno scambio tra "politica economica espansiva e finanche il controllo del bilancio". E di "rivedere alcuni vincoli, come quello del 3 per cento, in modo ad esempio che si riveda la spesa corrente ma scorporando quella per investimenti". L'importante osserva, e' che "la politica cambi le regole. Altrimenti rimarra' priogioniera di gabbie da cui non riesciura' a uscire". (Rai/ Dire) 14:45 13-12-13 NNNN