Il siparietto si apre quando Massimo D’Alema, ex premier e ministro degli Esteri, fa capolino in piazza e incrocia Vincenzo De Luca. I due si abbracciano: «Tu sei… sei..», non trova le parole il governatore campano, mentre l’altro lo implora di tacere. «Pensavo agli allevatori di ciucci, come me, ne hai allevati parecchi», scherza lo Sceriffo. Divertente intermezzo di un pomeriggio altrimenti dedicato alla causa palestinese e all’unità dei progressisti, temi su cui il leader Maximo, circondato da una selva di cronisti, accetta di rispondere.
Presidente, cosa pensa di questa piazza?
«Era tempo che vi fosse una manifestazione delle opposizioni per chiedere una pace giusta in Medio Oriente, fondata sui diritti di due popoli in grado di garantire futuro e sicurezza allo Stato di Israele accanto a una Palestina libera e indipendente. Questo è da sempre un grande obiettivo condiviso non solo dalla sinistra, ma da tutte le forze democratiche del Paese».
Le opposizioni però si sono divise anche stavolta: Renzi e Calenda a Milano, Pd M5S e Avs a Roma…
«Non mi pare che, di fronte a quel che sta accadendo, il problema principale siano le due piazze. Milano è stato un fatto positivo, pure loro hanno chiesto la pace».
Pd, M5S e Avs insieme: sarà un’alleanza strutturale?
«Questa manifestazione va molto al di là, però certo, il centrosinistra deve essere unito per vincere le elezioni. Se lo fosse stato, avrebbe vinto anche alle ultime politiche. Vorrei ricordare che Meloni ha avuto 1,2 milioni di voti in meno delle forze oggi all’opposizione. Quindi credo che non si voglia ripetere quell’errore. La seconda volta sarebbe un crimine».
Nessuno si aspettava una partecipazione così. E lei?
«Io credo risponda al sentimento di tantissimi italiani che non ne possono più di assistere al bombardamento di case, scuole, ospedali. E se ne sentiva l’esigenza anche per l’inazione dell’Europa».
Cosa doveva fare l’Europa che non ha fatto?
«Sospendere l’accordo di associazione Ue-Israele che prevede, all’articolo 2, il rispetto dei diritti umani. L’afflusso degli aiuti umanitari a Gaza è in gran parte bloccato dal governo israeliano, arrivato addirittura a finanziare gruppi di criminali comuni per sparare sui palestinesi. Fermarlo per palese violazione dei principi europei avrebbe avuto un grande valore, anche in funzione di sostegno dell’opposizione israeliana».
E il governo Meloni, poteva fare di più?
«Il premier spagnolo ha annunciato la sospensione delle relazioni economiche con Israele».
A Gaza è genocidio?
«È una diatriba lessicale che non mi interessa. Quando vengono trucidati 18mila bambini è puro orrore».