Discorso
7 aprile 2006

Appello al voto


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Ci siamo quasi. Il 9 e il 10 aprile gli italiani decideranno il futuro dell’Italia.

Nonostante la campagna elettorale sia stata avvelenata dalle menzogne e dagli insulti dei nostri avversari, noi siamo sereni. Sicuri di riportare il centrosinistra al governo del Paese per far ripartire l’Italia.

Ci hanno indicato come il partito delle tasse ma la principale proposta del nostro programma è la riduzione di cinque punti del Cuneo fiscale per mettere più soldi nella busta paga dei lavoratori e abbassare i costi per le imprese.

Per ridurre di 7 punti percentuali l’attuale tassazione sui conti correnti bancari e postali interverremo sulle rendite finanziarie, mentre i Bot che sono nelle tasche degli italiani non saranno neanche sfiorati.

Per quanto riguarda le plusvalenze crediamo solo sia giusto che chi guadagna in borsa centinaia di milioni di euro paghi il 20% invece dell’attuale 12%.

Daremo maggiori garanzie ai giovani che entrano per la prima volta nel mondo del lavoro, rendendo più convenienti le assunzioni a tempo indeterminato per rompere la gabbia del precariato a vita.

Investiremo come mai prima d’ora sulla scuola, sull’università e sulla ricerca per restituire competitività all’Italia e prospettive concrete ai nostri giovani.

Ridurremo il divario tra Nord e Sud, cresciuto a dismisura durante i cinque anni di governo del centrodestra. Guarderemo con attenzione e curiosità alle enormi potenzialità del Mezzogiorno, affinché diventi una grande porta d’ingresso in Europa per le economie emergenti dell’Asia.

Decisivo sarà il voto in Puglia, alla Camera come al Senato (dove una legge elettorale truffaldina potrebbe impedire al centrosinistra di avere la maggioranza dei seggi anche con una grande maggioranza di voti).

La “primavera pugliese”, cominciata nel 2004 con le amministrative e proseguita con la vittoria di Vendola nel 2005, è una stagione destinata a durare ancora a lungo.

Nel futuro governo del centrosinistra la Puglia avrà una valida sponda in grado di riportare la sua gente, le sue ambizioni, le sue speranze e i suoi problemi al centro del governo del Paese.


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