Discorso
6 settembre 2006

Incontro con gli Ambasciatori dell'Asia e del Pacifico

Intervento introduttivo


Signori Ambasciatori,

mi è sembrato opportuno, ed anche doveroso, organizzare questo lunch di lavoro con voi, che rappresentate tutti i Paesi dell' Asia e del Pacifico, per dare un simbolico segnale di quanto stia a cuore al Governo italiano un forte rilancio del rapporto con l' Asia e con l' Oriente in genere.

Da osservatori privilegiati della realtà italiana, quali siete, non avrete mancato di notare già nei mesi trascorsi, e soprattutto dall' insediamento del nuovo Governo, come lo sviluppo e l' ampliamento dei rapporti con i Paesi asiatici sia ormai una delle assolute priorità dell' esecutivo, ed una delle “parole d' ordine” su cui vogliamo ispirare la nostra politica estera.

Taluni in Occidente hanno registrato l'emergere del Continente asiatico come una potenziale minaccia alle nostre economie. Noi, al contrario, riteniamo che si tratti di una grande opportunità, sia dal punto di vista economico, sia dal punto di vista politico. Un mondo multipolare è per noi condizione essenziale per una maggiore stabilità e sicurezza del nostro pianeta.

Questa colazione di lavoro rappresenta una prima “presa di contatto collettiva” con i nostri interlocutori asiatici e del Pacifico per eccellenza, i Capi delle Missioni Diplomatiche, stabilmente residenti in Italia; essa precede di qualche mese un' altra importante iniziativa destinata al vostra vastissima area, cioè la seconda “Giornata dell' Asia”, prevista fra la fine di novembre e l' inizio di dicembre, a cui confido di intervenire personalmente, ed a cui spero di assicurare la partecipazione delle massime cariche istituzionali del nostro Paese. A tale riguardo, vi ringrazio dei preziosi suggerimenti che ci state facendo pervenire in merito agli aspetti organizzativi.

Quando dico che intendiamo annettere una sempre maggiore importanza alle relazioni con il continente asiatico, non intendo riferirmi solamente ai grandi giganti asiatici come Cina, Giappone, ed India, con i quali è naturale che vi sia un canale di dialogo politico bilaterale costantemente aperto ai massimi livelli. Desidero invece indicare un rafforzamento delle relazioni con tutti gli Stati che voi rappresentate, nel Centro e nel Sud dell' Asia, nel sud est del Continente, nel Pacifico, in aree cioè dove esistono forti opportunità per consolidare ed espandere legami già proficui, ma che hanno indubbiamente ulteriori potenzialità di crescita.

Tale obiettivo ha rappresentato una delle priorità della mia azione sin dal mio arrivo alla Farnesina, e continua a fare oggetto di uno stretto coordinamento con lo stesso Presidente del Consiglio, dal momento che è uno degli assi portanti della politica estera dell'intero Governo. In tale contesto stiamo definendo un calendario di importanti appuntamenti e visite.

Il rilancio della politica estera italiana verso l' Asia, cruciale parte del mondo, destinata ad avere un peso sempre maggiore a livello globale, si articola su un doppio binario: da un lato, sono in gioco importantissimi interessi economici e la necessità che l' Italia si proponga sui mercati asiatici e del Pacifico in maniera più dinamica sotto il profilo economico, finanziario, industriale, della tecnologia e della ricerca. E' una sfida di notevolissima portata di cui siamo perfettamente consapevoli. Ma al tempo stesso, è altrettanto chiaro che tale obiettivo necessita di una forte premessa politica, cioè di un consolidamento ed un ulteriore salto di qualità nel dialogo politico con le realtà asiatiche, nella convinzione che si tratta di un volano senza il quale un'ambiziosa strategia economica rischierebbe seriamente di non potersi tradurre in realtà. Ciò che perseguiamo, dunque non è solo un obiettivo di carattere economico e commerciale, ma la costruzione di una seria partnership politica, basata su una cooperazione più alta, nel contesto della quale l'Italia è pronta ad impegnarsi in iniziative che promuovano la stabilità, la pace, la crescita civile e democratica nelle aree di crisi in Asia.

Permettetemi quindi di ricordare brevemente alcuni esempi qualificanti del nostro impegno nei Paesi asiatici, come l' importante contributo italiano alla missione di pace in Afghanistan, un Paese con il quale siamo fortemente coinvolti, e non da oggi; la tenace e paziente azione diplomatica che svolgiamo a sostegno del “Six Party Talks” per la soluzione della crisi nord-coreana, ed a favore del dialogo fra le due Coree; l' iniziativa per il mantenimento di un dialogo critico con Myanmar (iniziativa che coinvolge direttamente numerosi Paesi asiatici, ed alcuni nostri partners europei); gli ulteriori tentativi di favorire il dialogo in Sri Lanka; le prospettive di un nostro più consistente contributo per favorire la pacificazione interna a Timor Est.

D'altronde, l'Italia ha dimostrato in queste ultime settimane di saper assumere le proprie responsabilità, segnatamente per quanto concerne la crisi medio-orientale ed in tale azione politica, diplomatica e di mantenimento della pace, conta di poter associare strettamente anche i Paesi dell'Asia e del Pacifico interessati ad offrire il proprio contributo.

Oltre alle iniziative che ho precedentemente citato, grazie all' azione di impulso del Ministero degli Esteri, sono state di recente avviate anche diverse ed importanti forme di collaborazione coi i Paesi asiatici, in particolare con i grandi Paesi islamici della regione, anche nei settori sempre più centrali della lotta al terrorismo, in tutte le sue forme ( in particolare avviando iniziative con i centri multinazionali anti-terrorismo situati in Malaysia e Indonesia), mentre siamo interessati ad un confronto ed a forme di spiccata cooperazione anche su temi fondamentali, come quelli del dialogo interculturale ed interreligioso.

Ed è anche attraverso iniziative concrete in tali settori che possiamo costruire quella partnership sempre più intensa coi vostri Paesi, a cui facevo prima riferimento.

Sul Ministero degli Esteri ricade l' importante responsabilità non solo di sensibilizzare le altre realtà istituzionali circa il ruolo essenziale dell' Asia e del Pacifico nei prossimi scenari globali, strategici, politici ed economici, ma anche e soprattutto di stimolare tale percezione anche nella opinione pubblica italiana, e nel cosiddetto “immaginario collettivo”, perché la politica estera non deve restare avulsa dai sentimenti e dalla conoscenza della gente.

La dimensione del continente asiatico, il livello degli interessi in gioco, la struttura stessa del “sistema Italia”, rendono necessario mettere in comune le forze con gli altri operatori istituzionali e privati, realizzando ogni possibile sinergia, per dotare le nostre iniziative- di qualsiasi genere esse siano- di una forza di “impatto” e di una reale credibilità nel competitivo scenario asiatico.

Già le principali realizzazioni italiane in Asia e nel Pacifico sono il frutto di un continuo, tenace raccordo fra le diverse Direzioni Generali e Servizi della Farnesina, fra le varie Amministrazioni italiane, nonché del crescente coordinamento fra pubblico e privato, ed in tale luce esse vanno viste ed interpretate.

Fra le varie sfide che si pongono al cospetto della politica estera italiana del nuovo secolo, quella asiatica si pone come una delle più complesse, ed avvincenti.

Sta solo a noi di saperla vincere.

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