Intervista
15 ottobre 2006

"La Merkel deve venire a Roma"

Intervista di Thomas Schmid - Frankfurter Allgemeine Sonntagszeitung


Ministro D'Alema, che cosa si aspetta dalla Presidenza tedesca dell'Unione Europea nel primo semestre del 2007?

Ci aspettiamo soprattutto che la Presidenza tedesca riesca a rivitalizzare il processo costituzionale. Cade in quel periodo anche il cinquantesimo anniversario della firma dei Trattati di Roma - e speriamo, quindi, che sotto l'egida tedesca sia possibile, in un momento storico non facile, dimostrare che l'Europa è un progetto tuttora valido.

Crede veramente che si possa muovere qualcosa nella questione costituzionale, prima delle elezioni presidenziali di maggio in Francia?

Queste elezioni sono, naturalmente, un momento cruciale. Durante la Presidenza tedesca, si potrebbero, comunque, preparare per quanto possibile nuovi passi e nuove ipotesi di soluzione. E credo che saranno possibili decisioni rapide immediatamente dopo le elezioni in Francia. Tanto più che i due probabili candidati alla presidenza hanno dichiarato chiaramente la loro volontà che la Francia diventi un protagonista del processo costituzionale.

Si potrà utilizzare il cinquantesimo anniversario dei Trattati di Roma per portare avanti l'idea dell'Europa?

Certamente. Credo che sia un momento eccellente per rivolgersi all'opinione pubblica europea, ai cittadini d'Europa - per far comprendere appieno, ad esempio, quello che l'Unione Europea ha compiuto fino ad oggi, quale incomparabile conquista politica rappresenti. L'Europa è una cosa preziosa e noi tendiamo a dimenticarlo. Dimentichiamo che l'Europa significa pace, sicurezza e progresso economico - tutte cose, che in Europa non erano mai prima tanto naturali quanto lo sono oggi. L'anniversario è quindi un ottimo momento per ricordare questo con insistenza. Ma si dovranno formulare anche nuovi obiettivi, affinché non diventi un evento puramente nostalgico. E penso che la Presidenza tedesca sarà impegnata a non far passare tale occasione senza coglierla.

La Romania e la Bulgaria aderiranno all'Unione Europea all'inizio dell'anno prossimo. L'appartenenza all'Unione di questi Stati, situati molto ad est, potrà avere successo durevole se dovranno rimanere fuori gli Stati dei Balcani, a parte la Slovenia?

L'ingresso nell'Unione della Romania e della Bulgaria, secondo me, è un evento positivo. Dopo il loro ingresso nell'Unione, entrambi i Paesi dovranno, naturalmente, come tutti gli Stati Membri, confermare il loro impegno a rispettare pienamente gli standard europei. Contrariamente ad altri, ritengo decisamente che si debba proseguire il processo di allargamento europeo. E a questo punto, l'adesione degli Stati dei Balcani sta chiaramente al primo posto per me. Sono fermamente convinto che quest'area travagliata e tormentata possa trovare la propria forma politica definitiva, garante di pace, unicamente nell'Unione europea - ogni altra ipotesi, prima o dopo, sarebbe destinata a fallire. Noi italiani, che viviamo ai confini dei Balcani, siamo particolarmente interessati ad una soluzione sostenibile. E credo che anche la Germania capisca quanto sia importante l'integrazione nel contesto europeo di quell'area.

Il Governo tedesco ha deciso che il cinquantesimo anniversario dei Trattati di Roma non sarà festeggiato nel luogo in cui sono stati firmati, a Roma, ma in Germania. Ne è contento?

E' evidente che ci avrebbe fatto piacere celebrare solennemente l'evento anche questa volta a Roma, come avvenuto in occasione del trentesimo e del quarantesimo anniversario. Da parte nostra, senza nulla togliere alle importanti celebrazioni che saranno organizzate dalla presidenza tedesca, ed in sintonia con Berlino, intendiamo comunque ricordare la firma del Trattato di Roma. Ci piacerebbe se anche il Presidente di turno, Signora Merkel, trovasse il modo di venire da noi a Roma. Ciò esprimerebbe certamente meglio il valore che entrambi attribuiamo alla casa comune europea.

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