Intervista
20 marzo 2008

E D'Alema attacca il Cavaliere: cinica speculazione elettorale

Intervista di Angelo Carotenuto - La Repubblica Napoli


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Il turismo segna meno 30%. È la Napoli che Massimo D´Alema trova alla vigilia di Pasqua. «Attenti a non farsi del male da soli. Certi messaggi sono devastanti. Capri, Sorrento e Positano, per esempio, non sono sommerse di rifiuti. Qui si lavora duramente per ridurre la crisi, ed ormai è già circoscritta: bisogna che si sappia. Non è utile cedere all´idea che la Campania sia sempre sotto lo scacco di un´emergenza. Qualche giorno fa, ci interrogavamo sul posto migliore per ospitare la prima scuola di studi filosofici che la Fondazione Italianieuropei promuoverà a fine maggio, con studiosi provenienti da tutto il mondo. Sarà in Cilento: uno dei posti più belli d´Italia».
D´Alema è di nuovo a Napoli per una visita ai poli d´eccellenza dell´economia, prima tappa di un viaggio tematico da candidato "napoletano" del Pd. Oggi visita Napoli Est, Nola e Pomigliano; domani incontra Lettieri e gli industriali. «Bisogna restituire l´immagine vera del Mezzogiorno e della Campania. Anche contraddittoria, ma vera. Qui ci sono significative potenzialità di sviluppo moderno su cui puntare. Penso al polo aeronautico sorto in collaborazione con la Puglia, dove lavorano giovani ingegneri e periti di qualità. Penso all´Automotive, al polo del trasporto ferroviario, a quello nautico. Insomma, si tratta di ripartire dai punti di forza in maniera più completa».

Presidente D´Alema, non si può tacere che altri punti di forza tardano ad aggiungersi. Follini ha sottolineato i ritardi di Bagnoli. Napoli Est è ancora su carta. Il suo parere?
«Rispetto a progetti coltivati per molto tempo, esiste una lentezza dovuta a vincoli e burocrazie, che sconcerta. Tra i progetti che vanno portati a termine, ci sono certamente quelli di riqualificazione di Napoli Est, condivisi da Acen e Comune».

C´è chi sostiene che lo sviluppo di Napoli passa attraverso eventi internazionali. E´ d´accordo?
«In un appuntamento internazionale, Napoli fa sempre bella figura. Ricordo il G7 del ‘94. Forse è un tratto meridionale: dare il massimo con una scadenza alle porte o un´emergenza da affrontare, mentre generalmente ci si perde un po´ nella quotidianità... In ogni caso, dopo l´incontro tra le religioni, promosso dalla comunità di Sant´Egidio e dal cardinale Sepe con indubbio successo e risalto internazionale, Napoli ha già ottenuto un altro grande evento».

Il Forum delle Culture?
«Sì, il Forum delle Culture del 2013».

In realtà il ministro Rutelli l´ha declassato, ora non è più "grande evento", i fondi saranno tagliati. Lei che ne pensa?
«C´è stata qualche incomprensione fra il governo e il Comune, che si dovrà superare. Io mi adopererò personalmente per questo».

Grandi eventi, e poi? Cos´altro occorre a Napoli?
«Occorrono progetti e il coraggio di portarli avanti».

Progetti pubblici o progetti privati?
«Progetti convincenti. Non manca il denaro. Piuttosto, a volte mancano progetti credibili e realizzabili. Lo ribadirò agli imprenditori napoletani nelle prossime ore. Ora come ora, conta fare squadra: mondo delle imprese, della ricerca, della cultura e le istituzioni. Ricordo che il governo aveva delineato quest´impegno col progetto "Industria 2015", lavoro purtroppo interrotto dalla crisi. Quando torneremo al governo, ripartiremo da lì».

Secondo lei cos´è che frena gli imprenditori a Napoli?
«Gli investimenti, soprattutto stranieri, passano attraverso un miglioramento della qualità della pubblica amministrazione. Mi riferisco, in particolare, ai suoi tempi: devono essere rapidi, compatibili con quelli di chi investe».

A proposito di imprenditori. Come spiega il no di D´Amato alla candidatura nel Pdl?
«D´Amato non ha avuto le garanzie chieste su una forte scelta meridionalistica».

Perché non le ha avute?
«Perché Berlusconi non è in grado di darne. L´esclusione dell´Udc dall´operazione Pdl non rappresenta solo una virata a destra e una rottura con l´ala moderata. È una rivoluzione geopolitica. Dal Popolo della libertà si è staccato un partito moderato e molto radicato nel Mezzogiorno, ed è subentrata la Lega. Dunque spostamento a destra e a Nord. Con tutto quello che comporta di negativo. Ma dico: la Lega sulle schede elettorali del Sud non c´è neppure... È un partito straniero, ostile al Mezzogiorno. Di fronte a tutto questo, era ovvio che D´Amato si preoccupasse».

Nel programma del Pd è prevista una revisione dei programmi di spesa regionali e l´accentramento delle risorse europee su pochi obiettivi. Secondo lei, la Campania come ha speso i suoi fondi europei?
«L´efficacia degli investimenti al Sud è stata a lungo limitata. È un dato, questo, che merita una riflessione critica da parte dell´intera classe dirigente meridionale. I programmi dei fondi strutturali fino al 2013 sono l´ultima grande opportunità per investimenti straordinari. Sono soldi che non torneranno più. Parliamo di 14,5 miliardi di euro tra fondi europei e Fas per la Campania, a cui va riconosciuto di aver fatto importanti sforzi per una maggiore concentrazione su un numero limitato di obiettivi, evitando le dispersioni della precedente programmazione».

Concentrazione di risorse: si riferisce ai trasporti?
«Tra 2000 e 2006 la scelta prioritaria è stata quella, con risultati molto positivi. La mostra sul metrò napoletano che ho visitato a Bruxelles era straordinaria. C´è bisogno di grandi progetti su cui concentrarsi, concordando operazioni e obiettivi interregionali, come l´Alta velocità tra Napoli e Bari, e lo sviluppo di poli della logistica e della trasformazione delle merci».

Altri settori in cui investire e concentrare le risorse?
«Ambiente, sostegno al territorio, agricoltura. Valorizzare significa attrarre. In questo senso arrivano segni di vitalità, come la ritrovata capacità nelle esportazioni di una fascia alta di prodotti, nonostante l´euro forte. Vuol dire che l´offerta è competitiva».

Fin qui programmi e idee. Ma come farà il Pd a portare alle urne i suoi tanti elettori critici verso le amministrazioni locali in Campania?
«Ora si vota per il governo del Paese. Se vi sono elettori napoletani che per fare un dispetto a Bassolino e Iervolino, mandano al governo Berlusconi e Maroni, non risolvono il problema della Campania. Lo aggravano. Inoltre, penso che la caccia all´uomo del centrodestra nei confronti di Bassolino, macchi l´immagine di Napoli, così come penso che continuare a martellare solo sulla questione della spazzatura sia una speculazione cinica per fini elettorali. Rischia di danneggiare tutti. Ripeto: quando Berlusconi era al governo poteva aprire lui le discariche, poteva fare lui il termovalorizzatore, poteva decidere lui di mandare l´esercito. L´emergenza c´era già con il centrodestra. La differenza è che loro non hanno fatto nulla, mentre noi la stiamo affrontando».

E le dimissioni di Bassolino?
«Saranno le forze politiche a dover fare una riflessione critica su questa stagione. Dovrà essere un bilancio serio e onesto, su luci e ombre, con un confronto aperto. Ma ciò non ha nulla a che vedere con le elezioni per il governo del Paese».

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