Roma, 4 novembre 2010
Gentile Direttore,
sono rimasto colpito dalle reazioni esagitate e scomposte che hanno accolto la decisione del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica di invitare il Presidente del Consiglio per un’audizione dedicata, fra l’altro, ai problemi della sua sicurezza personale.
Vorrei ricordare che l’articolo 31, comma 1, della legge n. 124 prevede che il Comitato proceda al periodico svolgimento di audizioni del Presidente del Consiglio in quanto responsabile della sicurezza nazionale.
Per ben tre volte il presidente Francesco Rutelli, mio predecessore, ha invitato, invano, il Presidente del Consiglio per un’audizione. Tale necessità è stata menzionata nelle due relazioni che sono pubbliche, che il Copasir ha presentato al Parlamento a firma dei due presidenti che si sono succeduti, e con l’approvazione di tutti i componenti del Comitato.
D’altro canto, tutti i presidenti del Consiglio che nel corso del tempo sono stati invitati dal Comitato per i Servizi segreti, hanno sempre accettato, con l’eccezione dell’onorevole Berlusconi.
Tale obbligo di presentarsi di fronte al Copasir diventa oggi più stringente anche in relazione agli interrogativi in merito alla sicurezza del Presidente del Consiglio. Il Copasir si è già occupato di questi problemi in occasione dell’aggressione dell’on. Berlusconi e, ancor prima, in relazione alle notizie relative alla vigilanza di Villa Certosa e di Palazzo Grazioli. E’, infatti, evidente che non è possibile che persone non identificate possano entrare nelle residenze del Presidente del Consiglio, vigilate per legge da funzionari pubblici.
La sicurezza del Presidente del Consiglio è parte integrante della sicurezza della Repubblica e il nostro Comitato deve, appunto, controllare il modo in cui questo servizio viene svolto e il modo in cui vengono impiegate le forze che a questo compito sono preposte. Non si tratta, come è evidente, di questioni private, ma di problemi che interessano lo Stato e la collettività, che fra l’altro pagano per questi servizi.
Non si capisce, quindi, il senso delle invettive e delle polemiche. I parlamentari che hanno sollecitato l’audizione hanno esercitato un loro sacrosanto diritto. Io, che con lettera ho informato di questa esigenza il dottor Letta, ho fatto soltanto il mio dovere. Ci aspettiamo ora che il Presidente del Consiglio faccia il suo.
Massimo D’Alema
Presidente del Copasir