Intervista
16 novembre 2011

D’ALEMA: CIASCUNO FACCIA LA PROPRIA PARTE PER SALVARE IL PAESE. NOI SIAMO UN PARTITO SERIO, LO ABBIAMO FATTO E LO FAREMO

Stralci dell’intervista di Massimo Leoni a “Un caffè con”, Skytg24


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Crede che nascerà senza ministri politici, il governo Monti?

“Questa è la condizione perché possa esserci una collaborazione. Noi ci siamo battuti contro il governo Berlusconi, abbiamo rinunciato alla richiesta – legittima – di fare subito le elezioni. Naturalmente, però, per disporci a una collaborazione bisogna che ci sia un segno di cambiamento, perché non è pensabile che noi sosteniamo persone contro le quali ci siamo battuti sino ad oggi. Insomma, ci vuole una certa logica, in modo che i cittadini capiscano quello che succede”.

Non ha ragione Monti nel pensare che una presenza politica potesse garantire maggiormente durata e qualità del suo governo?

“Lo capisco, è una preoccupazione legittima, certo. Penso anch’io che la presenza di personalità politiche in un governo sia normalmente una cosa opportuna e utile, ci mancherebbe”.

Lei sarebbe favorevole?

“Ma il problema non è questo. Il problema è che si fa quello che si può fare in questo momento”.

Il PD è tutto unito, convintamente? Sosterrà il programma di Monti così come è stato esposto nelle consultazioni?

“Il PD è unito, anche perché siamo consapevoli della gravità della crisi del Paese. Noi non siamo fra quelli che hanno detto che la crisi non c’era. Sapevamo che c’era e non averla affrontata per tre anni ha reso tutto più difficile. Adesso bisogna assolutamente che ciascuno faccia la sua parte per salvare il Paese. Noi siamo un partito serio, l’abbiamo fatto e lo faremo”.

Monti è una risorsa della Repubblica. Sarà una risorsa politica anche dopo questa parentesi di governo tecnico?

“Penso che questa non sia una parentesi, ma una sfida importante. E la politica c’è. Intanto, perché il governo non potrà fare nulla senza l’appoggio del Parlamento. Siamo una democrazia parlamentare: i governi non decidono, i governi propongono e i Parlamenti votano. E, poi, perché compito della politica è fare le riforme che sono necessarie, cioè la riforma della legge elettorale, le riforme costituzionali. Non c’è soltanto il problema delle misure economiche. Bisogna rimettere in ordine e restituire credibilità al sistema democratico”.

Però nella composizione del Parlamento non c’è discontinuità rispetto a prima…

“No, questo è un problema. Da questo punto di vista, infatti, le elezioni sarebbero state utili, però si conta sul senso di responsabilità di tutti e in particolare dei maggiori partiti”.

Riforma delle pensioni, patrimoniale, si faranno tutte e due? Voi ci state?

“La riforma delle pensioni l’abbiamo fatta noi, molti anni fa. Ed è una buona riforma. Il problema, semmai, è accelerarne la fase di transizione e la messa a regime, che secondo me è una misura possibile. Trovo che vi sia una fondamentale esigenza di equità sociale. Pensi che in questo momento i lavoratori dipendenti, che percepiscono poco più del 40% del reddito nazionale, pagano l’83% delle tasse. E’ evidente che questa situazione è insostenibile. E quindi bisogna che il carico fiscale vada anche sui patrimoni, sulle rendite finanziarie. Questa è una necessità: quando c’è la crisi ognuno deve dare un contributo, ma a partire dai più ricchi. E sin qui non è stato così”.

Ieri, sul Corriere.it, Italo Bocchino si è lasciato andare a una previsione possibile: un premierato di Monti dopo quella che io ho chiamato “una parentesi”, con Terzo Polo e PD insieme. A lei questa ipotesi suona bene?

“Mi pare che il presidente Fini abbia chiarito. Non è tempo di abbandonarsi a questi scenari. Adesso ognuno deve rimboccarsi le maniche, bisogna collaborare, bisogna mettere da parte le esigenze di partito. Noi lo abbiamo fatto e penso che lo debbano fare tutti”.

Siamo nel dopo-Berlusconi? E quanto?

“Siamo nel dopo-Berlusconi, e direi finalmente. Perché i danni che si sono prodotti, in questi anni, infatti sono enormi, e non solo di carattere economico. Naturalmente, però, ricostruire il Paese dopo Berlusconi sarà un’impresa lunga. Siamo solo all’inizio”.

Insisto sul concetto di parentesi. Berlusconi è ancora un protagonista della politica? E come sarà il centrodestra secondo lei?

“Berlusconi rimane sicuramente un protagonista fondamentale della politica, però, a mio giudizio, intorno a Berlusconi il centrodestra sarà minoritario. Fino a quando resta protagonista, intorno a lui rimangono oramai i resti di uno schieramento che non è più in grado di rappresentare se non una piccola parte del Paese. E la rottura con la Lega aggrava questa crisi”.

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