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1999

Kosovo: gli Italiani e la guerra

Massimo D'Alema, intervista di Federico Rampini


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Pristina, Kukes, Skopje: nomi entrati quasi all'improvviso nel lessico comune; i luoghi di una guerra che ha visto l'Italia coinvolta in prima linea come non accadeva dalla fine del secondo conflitto mondiale.
Ma come si è arrivata a quella notte del 24 marzo in cui gli aerei della Nato si sono alzati in volo per il primo violento attacco alle postazioni serbe? E quali passaggi hanno impedito al conflitto di degenerare in una guerra dalle dimensioni più vaste?
Questa lunga intervista di Federico Rampini al presidente del Consiglio, Massimo D'Alema, racconta come e perché tutto ciò è potuto accadere. Descrive la più grave crisi internazionale degli ultimi anni, le cause che l'hanno innescata, i tentativi per evitarla, gli sforzi per raggiungere una pace giusta e duratura.
Ma è anche una testimonianza delle difficoltà che l'Italia ha dovuto superare, delle tensioni e delle lacerazioni che hanno attraversato il paese, le culture, gli schieramenti. "Ho scelto di ricostruire alcuni momenti - i più significativi - di questa vicenda perché sono convinto che ci abbia reso più forti e consapevoli dei nostri doveri.
L'Italia, in primo luogo, restituita al ruolo e al prestigio internazionali che merita; i cittadini italiani che hanno dimostrato, ancora una volta, quanto profonda e radicata sia in loro la vocazione alla solidarietà; e, infine, la politica, quella politica spesso vituperata, ma che ha trovato, in uno dei passaggi più difficili e rischiosi della nostra storia recente, le ragioni e la forza per assolvere, fino in fondo, al proprio dovere."

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