Intervista
3 settembre 2014

Un Pd senza confronto finisce male

Intervista di Simone Collini - L'Unità


copertina 3.jpg
"Basta leggere i dati Istat sul calo dell'occupazione e della produzione", e un'alzata di sopracciglia come a dire: di cosa stiamo parlando? Massimo D'Alema è appena passato per la Festa nazionale del Pd, a Bologna, e alcune dichiarazioni sui "risultati per ora non soddisfacenti del governo nonostante gli sforzi" e sulla segreteria del Pd che "non c'è" hanno dato fuoco alle polveri, scatenato la discussione sui social, con parlamentari vicini al premier Matteo Renzi che hanno accusato D'Alema di parlare così perché non ha ottenuto la nomina di Mr Pesc.

La tappa successiva è alla Festa dell'Unità di Modena e quelle che a Bologna erano solo un paio di battute raccolte dai giornalisti sotto il palco diventano parte sostanziale dell'intervista serale. D'Alema spiega, precisa, si dilunga in esempi e cifre, ma non corregge il tiro e anzi per certi versi rincara la dose. Soprattutto nei confronti dei parlamentari più vicini a Renzi che lo hanno attaccato via Twitter. "Siamo in recessione, la disoccupazione ha raggiunto livelli allarmanti. Se qualcuno è soddisfatto di questo lo perdono. Se un senatore ragiona così è giusto che sciolgano il Senato, con tutto il rispetto per tutti gli altri senatori che non ragionano così". E, per inciso, critica anche la "trattativa privata" del cosiddetto patto del Nazareno e il "combinato disposto riforma del Senato-legge elettorale, perché così si va verso un sistema in cui i cittadini non scelgono più nessun parlamentare, essendo i senatori scelti dai consigli regionali e i deputati dai partiti attraverso le liste bloccate".

Ma il tema su cui si dilunga è quello della crisi economica, così come sulla necessità che nel Pd si apra un confronto sulle possibili soluzioni. "Un grande partito si deve rendere conto della preoccupazione e dell'angoscia delle famiglie. Io sono abituato a dire quello che penso, l'ho sempre fatto, soprattutto quando quello che penso coincide con la realtà dei fatti. I partiti fondati sul culto della personalità, sulla fedeltà al capo, nei quali si ha paura di dire le cose, sono partiti che funzionano male. Mi piacerebbe che ci fosse un partito in cui si possa discutere e trovare insieme le soluzioni ai problemi del Paese. Vorrei ricordare che noi ci chiamiamo Partito democratico. Se uno dice una cosa e subito viene coperto di insulti da quattro energumeni su Twitter... Sia chiaro, il mio auspicio è che il governo abbia successo. E ha ragione Renzi quando dice che bisogna giudicare a fine legislatura. L'errore è che, dal punto di vista del successo del governo, il Pd sia percepito come un peso, mentre il Pd è una risorsa. Io vorrei discutere di temi cruciali, come quello della scuola. Ora vedo che Renzi non parla più di riforma ma di nuovo patto educativo. Va bene, basta che si discuta, tra di noi, con gli altri soggetti interessati. Mentre a volte si ha l'impressione che questo mondo nostro, partiti, sindacati,sia considerato un peso: c'è il governo, c'è il popolo, c'è internet, fine. Ma questa è una visione della democrazia riduttiva".

E se gli si fa notare che risulta quantomeno sospetta la tempistica di queste uscite, all'indomani della nomina di Federica Mogherini ad Alto rappresentante per la politica estera dell'Ue, D'Alema risponde difendendo il ministro, che pure in queste settimane ha ricevuto non pochi attacchi. "Io voglio farle gli auguri per un lavoro molto impegnativo e importante. L'accusa che le è stata fatta di essere filo-Putin è una sciocchezza. Chi è stato filo-Putin è Berlusconi, che in Europa siede tra i conservatori. E non è vero che le manca l'esperienza, è da molti anni che si occupa di questioni internazionali". C'è un problema più generale con cui si dovrà però fare i conti. "La politica estera dell'Ue c'è se i maggiori Paesi ti permettono di farla. Bisogna che Berlino, Londra, Parigi consentano di fare una politica estera europea. Dico questo perché il compito è molto difficile e il successo di Federica non dipenderà solo da lei". Quindi ha ragione chi dice che non è poi un ruolo così importante? No, perché l'esempio di Solana dice altro. "Aveva una personalità molto forte ed è riuscito a imporre una politica europea nei Balcani".

La risposta all'ultima domanda contiene una notizia e un avvertimento. Perché se c'è chi parla di fine della carriera politica di D'Alema, il diretto interessato dice: "Io mi sento benissimo. Non ho chiesto nulla. Mi è stato proposto, avrei potuto servire il Paese in modo diverso. È stata cambiata idea? Benissimo. Sono libero. Non parlo di carriera politica, quella l'ho già fatta. Parlo della battaglia politica, delle mie idee. Lo farò, questo mi interessa. E si sentirà".

stampa